Botta e risposta. Autocertificazione anche «digitale»? Mancano mezzi e leggi
Gentile direttore,
scaricando l’ultima edizione del modulo di autocertificazione per giustificare le uscite di casa in questa emergenza da pandemia, mi è saltata in mente una idea che non mi pare peregrina. Mi domando: la rete è piena di form da compilare e spedire con i propri dati e altre notizie. Sarebbe così difficile preparare un form compilabile in rete anche di questa autocertificazione? In caso di aggiornamenti si corregge e alla mezzanotte si sostituisce. Tale form, univoco, dopo la compilazione si salverebbe semplicemente in rete dove l’interessato potrebbe ripescarlo per esibirlo e dove l’autorità lo avrebbe disponibile immediatamente. Il salvatag- gio potrebbe essere identificato col codice fiscale personale. I dati indicati, oltre tutto, sarebbero comodissimi per un’analisi statistica. Penso che lo apprezzerebbe la stragrande maggioranza degli italiani, che ora stanno prendendo la situazione a mo’ di barzelletta (so bene che, se e quando cambiano le norme in esso citate, un modulo deve essere aggiornato!). La possibilità di usarlo cartaceo sarebbe riservata alla rispettabile minoranza che non usa smart, tablet e Pc. Cari saluti non senza ringraziare del grande servizio che “Avvenire” rende alla verità!
Il direttore, gentile caro amico, mi ha girato la sua lettera, che ho letto con curiosità e interesse, invitandomi a dialogare con lei. Nei giorni scorsi, com’è noto, per via del mutare repentino delle norme sugli spostamenti introdotte dal governo, la “saga” dell’aggiornamento costante dei moduli per l’autocertificazione ha animato il dibattito sui giornali e sui social network, dando luogo anche a commenti ironici sull’effettiva necessità di modificarlo a ogni mutamento dei divieti. Sarebbe così difficile – domanda lei nella lettera – «preparare un form», ossia un modulo, compilabile in rete e aggiornabile alla bisogna? Una domanda che si è posta, in verità, la stessa amministrazione del Ministero dell’Interno, da noi interpellata sul punto. Difatti, la nuova (e finora quarta) versione del modulo è stata caricata sul sito del Viminale in un formato che consente la compilazione on line, in modo che il cittadino la possa stampare con tutti i dati prima di firmarla e portarla con sé. Lei chiede, se ho capito bene, perché non sia invece possibile salvare quel modulo on line e “ripescarlo” dal web o dalla memoria dello smartphone, per poterlo esibire quando si viene fermati dagli agenti per un controllo. Un po’ come si fa, mi verrebbe da dire, quando sul treno si esibisce il biglietto elettronico al controllore. La risposta dei tecnici del Viminale, ai quali abbiamo girato la sua suggestione, è che quel modulo giustifica il cittadino di fronte alla possibile contestazione di un reato penale. E dunque non potrebbe avere valore senza la firma personale, apposta in calce al modulo e che al momento non è possibile apporre on line in forma digitale. Inoltre, la semplice esibizione del modulo virtuale non basterebbe: in base a princìpi penali e norme procedurali, l’agente che effettua i controlli ha necessità di tornare in ufficio con elementi fisici (i famosi “verbali”) che comprovino l’effettività delle situazioni che ha controllato. E, in caso di procedimento giudiziario davanti a un magistrato (ad esempio per dichiarazioni mendaci), sarebbe per lui arduo rimandare l’esibizione dell’elemento di prova (il modulo firmato dal cittadino) a un controllo sul web o sulla memoria del telefono del fermato. In sintesi, il modulo cartaceo resta per ora la risposta più pragmatica. E gli stessi agenti, confermano dal Viminale, continuano a fornirne copia a chi sia sprovvisto della possibilità di stamparlo. Chissà forse fra qualche tempo, aggiungo io, le pattuglie avranno un tablet sul quale il cittadino potrà compilare le proprie dichiarazioni e firmare in modo digitale, come avviene in banca o sul Pos quando si paga con carta di credito. E forse, grazie a modifiche di norme procedurali, quel modulo digitale avrà valore di prova davanti all’autorità giudiziaria. Oggi, tuttavia, ciò non è ancora possibile e ne prendiamo atto, senza per questo rinunciare a immaginare un possibile futuro più tecnologico e più ecosostenibile (per il ridotto consumo di carta e di toner delle stampanti). La saluto e torno al lavoro, munito anch’io del mio prezioso modulo. Anche a nome del direttore la ringrazio per l’attenzione e l’affetto con cui segue il nostro giornale. Un cordiale saluto.