Caro direttore,
la recente, astiosa polemica di Salvini contro papa Francesco è roba da far cadere le braccia. Ma il Papa, secondo costui, cosa avrebbe dovuto dire? (Salvini, per inciso, è uno che si può ancora ammirare in un “goliardico” video su YouTube: “Salvini coro contro i napoletani”, in cui manifesta tutta la sua “simpatia” per gli abitanti di Partenope e per i terroni in genere, da qualche tempo sostituiti da profughi e migranti). Che facciamo bene a trattare le persone come cose? Che, visto che i migranti “danno fastidio” – perché, obiettivamente, creano problemi – è giusto rispedirli nei loro inferni di provenienza, magari a cannonate, come auspicava qualche tempo fa Borghezio? Ma è così difficile capire che non ci sono soluzioni semplici per un problema così complesso? E poi la bussola del Papa non è il Vangelo? E la pagina del Giudizio Finale, ad esempio, che cosa ci dice? (Il Vangelo è molto concreto, ha poco a che vedere con il languido cristianesimo che ha plasmato la gran parte di noi): «Via, lontano da me maledetti, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ero forestiero e non mi avete ospitato...». Il cristianesimo – purtroppo o fortunatamente, dipende dai punti di vista – è anche questo, uno stile di vita difficile da accettare per chi pensa che tutto inizi e finisca con questo mondo o che ci si possa salvare solo con le giaculatorie o appendendo qualche Crocifisso al muro. Probabilmente, un ventennio abbondante di propaganda leghista ci ha un po’ imbarbariti, credenti e non credenti. Nella Chiesa di alcuni decenni fa era molto popolare lo slogan «ogni uomo è mio fratello» (era lo slogan del “Convegno di Palermo”). Temo che se oggi volessimo rilanciare quella frase – per non essere tacciati di stupido “buonismo” – dovremmo riformularla così: “Ogni uomo è mio fratello, a meno che...” e giù una serie di articolati distinguo legalisti e auto-assolutori. Ringrazio di cuore il Signore per averci dato papa Francesco.
Lucio Croce
Ho già ragionato sull’«astiosa polemica», caro amico. E proprio in dialogo con un altro lettore che ricordava a Matteo Salvini l’intero passo del Vangelo di Matteo che anche lei cita. E ho la sensazione che qualche ragionamento dopo quell’inconsulto e velenoso cinguettio su Twitter contro Francesco (che aveva chiesto a Dio perdono per quelli che rifiutano aiuto al fratello povero di tutto), l’abbia fatto anche il leader leghista. Che non è stato capace di dire. “Ho preso una cantonata, mi scuso...”, ma dopo qualche giorno si è lanciato in un sonoro «viva il Papa!» per commentare l’enciclica Laudato si’. Meglio di niente, aspettando serie controprove.