Quell’assurdo «no» alle profughe. Rivoltante è la rivolta
Gli "eroi" di Gorino hanno vinto, il nemico è stato respinto. Peccato che il nemico, anzi le nemiche, siano 12 ragazze africane, tra cui una incinta, richiedenti asilo provenienti da Nigeria, Nuova Guinea e Costa d’Avorio che hanno dovuto fare dietro front. Non invaderanno la piccola frazione di Goro, finora nota ai più per le coltivazioni di mitili e il mercato ittico e l’altra notte diventata tristemente famosa per essere scesa in piazza per bloccare 12 donne che hanno dovuto subire di tutto in patria e lungo una disperante rotta migratoria e che si sono viste chiudere le porte in faccia dal luogo deputato dallo Stato alla loro prima accoglienza.La Lega esulta, parla di resistenza alla «dittatura dell’accoglienza», il cambio di rotta del prefetto di Ferrara di fronte alle barricate ha fatto inneggiare alla vittoria delle poche centinaia di abitanti che hanno bloccato strade, fermato in porto le barche da pesca e chiuso le scuole pur di stoppare il torpedone. Motivo ufficiale la salvezza dell’economia locale, ma sembra difficile che 12 ragazze prive di tutto possano riuscirci. Le spiegazioni delle persone sulle barricate sono in realtà molto più dirette: «Per loro qui non c’è posto, non abbiamo nulla», e «noi non vogliamo problemi». Quello che si dice quando si vuole allontanare un accattone.Difficile dare torto al ministro dell’Interno Alfano quando definisce l’accaduto «vergognoso» e al premier Renzi quando afferma che questa «non è Italia». Stavolta, provare comprensione e dire che il razzismo non c’entra è difficile. E ha ragione la diocesi di Ferrara che parla di «notte ripugnante».
E, se pure comprensibili, i tentativi del sindaco di Goro di giustificare la protesta dicendo che la gente non era informata vanno a infrangersi su quelle barricate che profumano dell’odio sparso ad arte in rete e sui media in questi anni da miserabili mestatori votati a speculazioni politiche.Eppure il resto della provincia di Ferrara è accogliente e solidale. Ma è un fatto: dai e dai, l’aria in Italia si sta avvelenando. Non dimentichiamo che le barricate contro queste 12 giovani e sventurate donne arrivano dopo le intimidazioni dell’altro giorno al sacerdote di Trieste che accoglie i profughi in una materna parrocchiale chiusa e l’incendio la settimana scorsa di container di abiti destinati ai migranti della Caritas di Lamezia.A Gorino si poteva e doveva dialogare di più, certo, il muro contro muro non giova a nessuno. Ma è anche tempo che i cittadini scesi in piazza si assumano le proprie responsabilità e spieghino perché l’accoglienza va bene solo quando è praticata dagli altri e quali disagi portano 12 donne in una comunità seppur piccola. Mancano due mesi giusti a Natale ed è impossibile non dire che anche 2016 anni fa una donna incinta non venne accolta in un ostello. Ma allora pastori, pescatori, contadini – decisamente molto più poveri di quelli accorsi a fare muro sulla strada per Gorino – aiutarono quella giovane donna e il suo bambino appena nato in una grotta, anche togliendosi il pane di bocca. Erano umani, erano rimasti umani nella loro fatica di vivere. Speriamo che tutta la gente del Delta del Po ritrovi le proprie radici cristiane e solidali, e sappia cancellare in fretta questa macchia davvero rivoltante.