La “Laudato si’” dà forza al lavoro comune per cambiare passo. Ambiente, gli euroimpegni e l'impulso di Francesco
Caro direttore,
oggi, 16 settembre, è un giorno importante per le politiche ambientali europee. I Ministri dell’Ambiente europei, il mio collega Commissario Ue per l’Azione climatica, Miguel Arias Cañete, e io saremo in Vaticano per incontrare papa Francesco. È un’opportunità per dimostrare la nostra volontà collettiva di esercitare un ruolo guida europeo nell’affrontare il cambiamento climatico e promuovere lo sviluppo sostenibile. È anche un’opportunità per ringraziare Sua Santità per aver posto queste questioni come priorità nella Laudato si’, la sua enciclica «sulla cura della casa comune».
Come il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha detto, «abbiamo una grande speranza che Laudato si’ sia un campanello d’allarme che incoraggi la gente ad affrontare il problema del nostro futuro comune». Vediamo già delle prove concrete che questo sta succedendo. Il testo descrive l’ambiente naturale come «un bene collettivo, un patrimonio per tutta l’umanità e responsabilità di ognuno». Ed è molto presente il tema di sfide ambientali intrecciate con le vicende umane e sociali. Il legame tra problemi ambientali e sociali è dimostrato dai recenti drammatici avvenimenti di rifugiati non solo per motivi politici, ma anche a causa del cambiamento climatico. Un recente studio sulla degradazione del suolo, sostenuto dalla Commissione europea, ha dimostrato che un terzo dell’Africa sta soffrendo di siccità.
Spesso si è poi fatto riferimento all’enciclica papale nelle discussioni finali sugli obiettivi per lo sviluppo sostenibile, che verranno adottati la prossima settimana a New York, alle Nazioni Unite. Parlo a nome di molti, quando dico che l’enciclica è stata un fattore significativo nel determinare un ultimo sforzo verso un accordo. E non c’è dubbio che l’influenza positiva si ripeterà nelle discussioni alla Conferenza COP21 sul clima, che si terrà a Parigi all’inizio di dicembre.
Oggi la Santa Sede accoglie i responsabili delle Politiche ambientali e del cambiamento climatico di ogni Stato europeo e dell’Unione Europea nel suo complesso. È un esempio concreto di un’Europa che lavora assieme in quelle aree che hanno più bisogno di un’azione coordinata. Dall’inquinamento alla qualità dell’aria, dall’accesso all’acqua alla protezione e promozione della biodiversità fino all’importanza di andare verso un’«economia circolare». Milioni di persone soffrono di malattie respiratorie e cardiovascolari dovute all’inquinamento dell’aria che ostacola la loro attività quotidiana. L’inquinamento continua a causare ogni anno circa 3,7 milioni morti premature a livello globale, 400mila morti in Europa. Se non prendiamo contromisure, l’inquinamento dell’aria diventerà nel 2050 la principale causa dei decessi legati a cause ambientali. Per questo il “l° Pacchetto Aria Pulita” che punta a ridurre di oltre la metà l’impatto dell’inquinamento sulla salute nella Ue è una delle principali iniziative nella nostra agenda comune.
Per allontanarsi dalla cultura “usa-e-getta”, la Commissione europea presenterà a fine 2015 un pacchetto di misure per promuovere un «modello circolare di produzione» che riduca gli sprechi e favorisca il riciclo. Vogliamo dimostrare il nostro sostegno a modelli di consumo che favoriscano la condivisione più che il possesso. Questi sforzi aiuteranno a ridurre e ad alleviare la pressione eccessiva sulle risorse naturali del pianeta.
Nell’impegno per la protezione della natura, la Ue intende svolgere un ruolo di leader globale. Negli ultimi 25 anni, l’Europa ha creato una vasta rete di aree protette, Natura 2000, che occupa il 18% del territorio comunitario. L’Unione è impegnata nel fermare la perdita di biodiversità entro il 2020 e la Direttive Uccelli e Habitat, che sono il fulcro della legislazione ambientale europea, giocano un ruolo chiave. Stiamo anche sviluppando la nostra risposta al problema del traffico illegale di specie selvagge. La Ue ha firmato quest’anno la Convenzione sul commercio internazionale di specie di fauna e flora selvaggia (Cites). È solo l’ultimo passo di una lunga storia di impegno in questo campo.
Vorrei ringraziare papa Francesco per l’opportunità di discutere tali questioni vitali. Dobbiamo sfruttare questo momento di coesione per ottenere i migliori risultati nell’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e nei negoziati sul clima di dicembre.