Quella di oggi, sabato 18 settembre, è stata proclamata dalla Nasa
International Observe the Moon Night (Iomn), la giornata mondiale dell’osservazione della Luna. La Luna, che da sempre gira attorno alla Terra fra l’indifferenza della maggior parte della gente, sembra suscitare l’autentico interesse solamente della categoria degli astronomi, delle sospiranti combriccole dei romantici e degli innamorati e, ovviamente, dei poeti, che nei secoli ne hanno fatto quasi il loro astro privato. La Luna è nostra e guai a chi ce la tocca. E pensare che i Futuristi si erano messi in testa di sbaraccare il mondo intero e nell’elenco delle cose da eliminare ci stava perfino il chiaro di luna. «Uccidiamo il chiaro di luna!», gridava Marinetti all’inizio del Novecento, e meno male che certi proclami fecero la fine dei ragli degli asini che, come è noto, sono di fiato corto e non arrivano a scardinare le stelle né tanto meno la Luna. Uccidere il chiaro di Luna... Provate un po’ a pensare a cosa sarebbero le notti del nostro Pianeta senza la presenza della Luna. E c’è posto anche per la prosa. Senza i "consigli" della Luna, infatti, come farebbero i contadini a seminare nel momento giusto o gli osti a imbottigliare il vino? E la «Sonata per pianoforte n. 14 Quasi una fantasia» di Ludwig van Beethoven, ormai conosciuta come «Sonata al chiaro di Luna», che cosa evocherebbe? Non mancano, tuttavia, le note stonate. Per Luciano Bianciardi, ad esempio, la conquista della Luna fu una «inutile idiozia» perché con le somme spese per quell’impresa si poteva piuttosto dar vita a una fondazione per dare di che vivere ai poeti e agli scrittori che ammirano la Luna. Le aveva trovato anche un nome, poco originale fin che volete, ma molto efficace. Sarebbe stata intitolata a Giacomo Leopardi, che di Luna si intendeva. Recentemente Pietro Greco ha scritto un libro sulla Luna (
L’astro narrante. La luna nella scienza e nella letteratura italiana, Springer-Verlag) e Giuseppe O. Longo prende lo spunto dalla copertina per cucire in una recensione queste belle considerazioni: «Sulla copertina una foto affascinante di Edoardo Romagnoli ci ricorda che andando lungo la spiaggia in una notte di plenilunio la striscia luminosa che l’astro d’argento proietta sull’acqua punta decisa verso ciascuno spettatore, dandogli la convinzione di essere l’unico destinatario di quel sidereo messaggio: la luna si rivolge a ciascuno di noi, a ciascuno parla. Chiacchierona, ciarliera, a volte pettegola, la luna è sempre prodiga di notizie, suggestioni, miti. Ecco cosa fa la luna! E darle un’occhiata ogni tanto ci farà felici». La Nasa, dunque, invita tutti a guardare lassù e in molte città gli Osservatori e i Planetari hanno allestito punti di osservazione e stanno organizzando iniziative che consentono un incontro ravvicinato con l’astro della notte per recuperare il senso di un’antica appartenenza al cielo che l’uomo di oggi, troppo distratto dalle cose della terra, sembra avere da tempo smarrito.