il direttore risponde. Almeno dieci giusti? Molti di più
Ernesto Baiocchi, Pesaro
Dieci giusti? Molti di più gentile signor Baiocchi, molti di più. Magari ancora oggi appaiono dispersi, strattonati e "usati" dal punto di vista politico, ma sono ben presenti e "fertili" nel tessuto vivo della nostra società. Non c’è bisogno, qui, di rifare nomi di singoli e di associazioni, di movimenti e di gruppi. Per rendersi conto di chi parlo basta sfogliare Avvenire: ciò che questi "giusti" fanno e dicono – per quanto, in genere, venga snobbato dai mass media – è infatti pienamente notizia, e sulle nostre pagine si vede. Vorrei insomma, caro lettore, provare a rincuorarla. C’è, in questa nostra Italia, gente in grado di imprimere un segno nuovo e buono nella realtà. Tantissimi tra loro sono cristiani motivati e impegnati, gente che non si arrende alla tentazione dell’insignificanza ed è capace – con la propria fede, i propri valori mai in svendita, la propria vita e la propria azione – di essere "giusta". Il problema – e credo che sia soprattutto questo che allarma anche lei – è che tanti "giusti" si tengono alla larga dalla politica e che l’attuale politica li tiene alla larga. Gli ostacoli sono seri, ma io sto con coloro che pensano che ogni ostacolo può essere superato. E soprattutto – dopo aver riflettuto sui recenti richiami di Papa Benedetto e dei nostri vescovi (l’ormai famoso «sogno diurno» del cardinal Bagnasco...) – sono più che mai convinto che l’impegno per la costruzione del bene comune anche attraverso il "servizio nella politica" richieda un rinnovato contributo dei cattolici, in particolare dei giovani.