Silvia Romano. Alimentare la cultura dell'odio è un gioco al massacro opportunista
Caro direttore,
sono veramente amareggiato e molto preoccupato. Dare il bentornato a Silvia Romano in questo modo clamoroso e polemico è da assurdo. Quasi quasi, la sua possibile conversione svaluta la sua liberazione. Ai soloni che pontificano strumentalizzando i fatti mi verrebbe solo da dire di ascoltare almeno Domenico Quirico, un giornalista che ha vissuto sulla sua pelle il rapimento e che ha saggiamente invitato a dare tempo al tempo, a rispettare i momenti del 'rientro', a non strumentalizzare le prime sensazioni. Difficile anche solo immaginare quello che ha sofferto.
Difficile pensare alle condizioni fisiche, psicologiche e spirituali reali di Silvia. Conosco la Somalia per esserci stato per quattro anni, impegnato in un programma del Governo italiano per il rientro dei rifugiati dell’Ogaden. Un Paese in cui si intrecciano da sempre interessi internazionali anche soltanto grazie alla sua posizione geografica strategica. Per fortuna non ho conosciuto la ferocia di al-Shabaab, ma alcuni amici somali me l’hanno raccontata. Cogliere questa occasione per aumentare la cultura dell’odio, la diffidenza nei confronti di chi si adopera per la solidarietà internazionale, la cooperazione, il volontariato è un gioco al massacro a fini opportunistici. È un modo irresponsabile per far confondere agli occhi di tutti noi natura e valore dell’islam rispetto al terrorismo islamico.
Per giovedì 14 maggio, dopodomani, papa Francesco ha invitato a partecipare a una giornata di preghiera e di digiuno che fa seguito al Documento firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi con il grande imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyeb. Insieme, nel tempo della pandemia, per testimoniare la propria fede e l’appartenenza all’unica famiglia umana. Insieme, nell’impegno di tradurre la vita dello spirito in attenzione concreta al prossimo, in gesti di misericordia. Non so nulla della possibile conversione di Silvia, ma mi disgusta che molti approfittino della situazione per metterci l’uno contro l’altro. Un certo giornalismo e una certa politica non sono certo al servizio dell’informazione al cittadino e della ricerca della verità! Attenzione, però, che seminare disorientamento e acredine non ci aiuterà certo a costruire ripartenza su nuove basi del nostro Paese o a creare maggiore solidarietà in Europa e nel mondo.
presidente nazionale Focsiv