Il direttore risponde. Alda si «dispiace». Viva Max
Caro direttore,
conosco il dolore, quello fisico e quello del cuore, lo vivo sulla mia pelle e niente mi può essere più penoso che provocarlo agli altri. Mi dispiace moltissimo se il modo di esprimere il mio pensiero, che riguardava la scelta più profonda e intima sulla mia vita, ha recato dolore a una mamma e a suo figlio. È vero, ciò che ho detto attiene a un argomento controverso e delicato, controverso soprattutto, e forse l’ho espresso sbagliando, con la mia solita eccessiva sincerità e passione. È stato frainteso anche perché non mi è stato dato il tempo per argomentarlo, anzi mi è stata tolta la parola, è stato mandato in onda il blocco pubblicitario e sono stata invitata a lasciare lo studio perché l’argomento si era concluso. Ho sbagliato, ma come si può vedere dal video non ho offeso la sensibilità altrui, né tantomeno criticato o giudicato un percorso diverso dal mio. In quanto mi riferivo solo ed esclusivamente alla mia vita. Non ho mai, dico mai, avuto intenzione di offendere e ferire il coraggio di Massimiliano e l’amore della sua mamma. Ho parlato per quanto riguarda la mia personale esperienza di un grave trauma cranico con le relative conseguenze. Ho espresso un mio personalissimo desiderio di non volere sopravvivere a gravi lesioni e menomazioni permanenti, che un accidente mi avrebbe potuto provocare. Ho chiesto a mia madre come atto d’amore, per la mia sensibilità, di non farmi sopravvivere e di lasciarmi andare nella casa del Padre. Sono una cattolica praticante e rispetto profondamente le scelte diverse dalle mie. Per questo motivo chiedo lo stesso rispetto per me come persona e come essere umano pensante.
Alda D’Eusanio