Il direttore risponde. L’«abbraccio» all’Africa è possibile. Ma sia vero
Caro direttore,
abbiamo letto con molto interesse su “Avvenire” del 29 dicembre scorso dell’impegno–proposta del ministro degli Esteri, Emma Bonino, di avviare un’iniziativa Italia–Africa e di accendere stabilmente i riflettori su quel continente e sul Medio Oriente per salvare non solo la vita di tanti migranti in cerca di un futuro più dignitoso, ma anche il nostro futuro sulla sponda nord del Mediterraneo.
C’è davvero da svegliare l’Italia e l’Europa, spingendole a ri-assumersi il ruolo storico di portatore di pace e di sviluppo dignitoso in quelle aree di bisogno con cui condividiamo da secoli le sorti. E, per parte nostra, abbiamo pensato di contribuire avviando, sin dal dicembre 2011, nel pieno della notte della crisi, l’iniziativa “l’Europa abbraccia l’Africa” con l’indirizzo e il sostegno del Papa. L’iniziativa – che propone e realizza microprogetti e microimprese secondo percorsi di sviluppo sperimentati da tempo da tutte le Ong e dai missionari – è piaciuta al mondo della nostre piccole e medie imprese che potrebbero svolgere il determinante ruolo di tutoraggio per le nascenti microimprese africane, internazionalizzando così le loro attività e aprendo nuovi mercati e nuove collaborazioni alle nostre aziende. Questi incoraggianti risultati ci hanno indotto a presentare, assieme ad altri movimenti cristiani, ai vertici della Commissione europea un “Piano di proposta” che ha ricevuto un “lettera di accoglimento” da parte del presidente José Manuel Barroso. Ebbene, grazie alla collaborazione del ministro Bonino, ci piacerebbe riuscire a raccogliere i frutti di tutto ciò proprio durante la Presidenza italiana della Ue, nel secondo semestre 2014.
Sarebbe importante farlo insieme a una grande operazione di disarmo nucleare, tesa a recuperare le risorse che ci servono per investire, valorizzando anche la capacità di lavoro dei nostri giovani, su un futuro di pace e di sviluppo integrato tra Europa, Africa e Medio Oriente. Se questo avverrà, saremo stati ancora una volta noi italiani ad aprire una nuova strada di cooperazione fra aree, a diverso titolo vitali, di un mondo sempre più globalizzato, mettendo in sinergia le capacità della vecchia Europa con quelle nascenti in un’Africa ora ancora bisognosa, ma presto grande compagna sulla via del futuro comune. Questo il nostro augurio per il 2014.
Maria Romana De Gasperi e Giuseppe Rotunno Comitato per una Civiltà dell’Amore