Don Mattia. A un prete (e a chi ha coscienza) non si dica di tacere l'ingiustizia
Segno di contraddizione è Cristo, segno di contraddizione devono essere coloro che si sentono da lui chiamati. I cristiani sono tenuti a essere discreti e silenziosi quando si tratta di aiutare le singole persone, ma anche a essere fermi e risoluti quando si fanno voce dei diritti dei poveri. Povero è chi non ha da mangiare, chi è solo, disperato, malato, abbandonato. Poveri sono i fratelli e le sorelle terrorizzati, mutilati, uccisi dalle bombe stupide e vigliacche lanciate da uomini intelligenti, creati a immagine di Dio. Poveri, poverissimi, sono coloro che sui barconi rischiano e perdono la vita in cerca di un angolo di mondo dove montare la propria tenda. La Terra è «casa comune» di tutti. Possiamo lasciarli alla deriva? C’è chi dice “sì”. E c’è chi vorrebbe che non se ne parlasse più: le immagini dei naufraghi rischiano di rovinarci finanche il pranzo di Natale. Ma c’è – grazie a Dio – chi ci mette testa e cuore e magari decide di dedicare loro anche se stesso. Tra questi, don Mattia Ferrari, cappellano di “Mediterranea saving humans”, minacciato online dal “portavoce della mafia libica”.
Se lo aspettava, don Mattia, solo chi se ne sta con le mani in mano può illudersi di vivere in una finta pace. Gli altri potranno finire, e di fatto finiscono, nel mirino di delinquenti o trafficanti di esseri umani. Stranamente, la Procura di Modena propone di archiviare tutto. Dalle parole del pm sembra di capire che correre rischi di questo tipo dovrebbe essere considerato normale per «chi porta il suo impegno umanitario (e latamente politico) sul terreno dei social o comunque del pubblico palco – ben diverso dagli ambiti tradizionali – riservati e silenziosi – di estrinsecazione del mandato pastorale – e lo faccia propalando le sue opere con toni legittimamente decisi e netti…». Un prete così non meriterebbe di avere giustizia e di essere tutelato. Parole pesanti che potrebbero essere pericolose non solo per don Mattia, ma per chiunque si impegni in questo campo e per i preti italiani in genere.
Non nascondo che ho avvertito un brivido. La denuncia ferma e coraggiosa di ogni sopruso che avvilisce e annienta gli uomini è un dovere cui nessuno dovrebbe sottrarsi e rientra a pieno titolo nell’annuncio del Vangelo. È dovere di ogni prete - e non solo gridare ad alta voce le ingiustizie cui vanno incontro i poveri della terra. E correre in loro aiuto nella spaventosa odissea che stanno sopportando. Non farlo significa rendersi complici del male. Storia vecchia e sempre nuova. Una Chiesa silenziosa, timorosa, titubante non solo tradirebbe il suo mandato, ma sarebbe una sciagura. Certo, non sono pochi a sognarla così: chiusa nelle sue sacrestie, a guardia di preziose opere d’arte, a servizio del potente di turno.
Sì, le parole del pm di Modena mi hanno fatto sobbalzare. Il boss della camorra che anni fa mi fece sequestrare, quando giunsi al suo cospetto, con fare minaccioso, mi disse: « In questo quartiere non dovrai mai più fare riferimento a polizia e carabinieri. Intesi? Ma non devi temere niente, per qualsiasi cosa, vieni a casa mia». Mentre la sua “devota” moglie mi ricordava che compito del parroco è quello di celebrare Messe e fare processioni. Un don Abbondio a servizio, insomma. Naturalmente non è successo e anche per questo motivo sono costretto a vivere sotto scorta. Spero che ci sia un giudice che veda bene. E al pm che dice di archiviare, e lo dice con quelle parole, dico: ritorni sui suoi passi, si sforzi di guardare oltre, di mettersi in ascolto. Lasci che siano i preti, in comunione col Papa e i propri vescovi, a discernere quando – sempre e solo per amore - conviene essere più “riservati e silenziosi” e quando è il momento di rischiare la vita per gli altri e costringere il mondo a fissare lo sguardo sullo spaventoso scempio che si sta perpetuando nei nostri mari. Di preti – ma, mi permetta, di magistrati, politici, professionisti, uomini – che vigliaccamente tacciono mentre i fratelli e le sorelle soffrono e inghiottiti dalle onde muoiono, la Chiesa, l’Italia, l’intera umanità non saprebbero davvero che cosa farsene.