Caro direttore,lei sa che quel che sta avvenendo sulla legge elettorale è "tecnicamente" un colpo di Stato. Una maggioranza politica cambia la legge elettorale per vincere le elezioni e la ricambia per non perderle. Si chiama totalitarismo. Sto mandando in giro questo messaggio, perché il mio allarme sia condiviso. Se il presidente Napolitano approva e firma dimostra di avere una cultura politica antiliberale, che mette in primo piano gli scopi (buoni!?) da raggiungere e in ultimo piano i metodi, liberali e ispirati a una cultura politica di libertà. Che è SEMPRE E SOLTANTO "libertà di usare mezzi differenti" essendo i fini impregiudicati. Da un punto di vista liberale. (Dal punto di vista di Gesù Cristo, poi, è meglio non stare a controllare cosa dice Gesù con durezza in proposito di "mezzi e fini").
Raffaele Ibba, Cagliari
Caro direttore, nel 1953 il Partito comunista e i suoi alleati assieme ai partiti della destra (Msi e monarchici) chiamarono "legge truffa" la legge elettorale che assegnava un premio alla coalizione di liste che superava il 50% dei voti. Ora gli eredi di quei partiti, con la scusa della governabilità, dopo avere eliminato le minoranze più piccole con lo sbarramento del 5%, discutono – e non trovano l’accordo – per assegnare premi alle liste e alle coalizioni di liste che non hanno la maggioranza nel Paese. Evidentemente sono cambiati i tempi. A me sembra in peggio perché si vuole affidare il governo del Paese alla più grossa minoranza.