Il direttore risponde. «3P», l’antimafia e le mani di Dio
Caro direttore,
sabato 25 maggio è stato un giorno memorabile per la Chiesa italiana e per l’intera Nazione. A Palermo, è stato beatificato «3P» (come amava farsi chiamare), Padre Pino Puglisi. Un semplice prete che con estremo coraggio decise di dire sempre la verità contro coloro che amano la menzogna, e attraverso di essa si circondano di potere e consensi, portando le loro menzogne a divenire "verità", in alcuni casi quasi religiose, per tanti giovani e adolescenti. Padre Pino Puglisi non ci stava, egli era prete e sapeva che il Vangelo non è fatto per la menzogna, ma deve contrastarla, deve dire la verità, quella con la "V" maiuscola. «3P» sapeva che questa verità lo avrebbe portato verso la morte, ma non si è fermato perché la verità era semplicemente il Vangelo di Cristo. Non era un eroe, don Pino, ma solamente un uomo coerente con il Vangelo. Non voglio affatto sminuirlo, ma voglio esaltare la potenza del Vangelo troppo spesso dimenticata da noi cristiani. Aver beatificato don Pino, caro direttore, è un segnale grande e forte nella lotta contro la mafia. È dire che esiste un Vangelo sociale, e che pensarlo e viverlo non è roba da catto-comunisti, ma è essenziale e vitale per il bene della Chiesa e della società. È dire che esiste un Vangelo anti-mafia. È dire ufficialmente che la lotta alla mafia, all’illegalità, alla violenza, è un "fatto sacro", che deve coinvolgere ogni cristiano. È dire a coloro che non si dicono cristiani che, forse, il Vangelo appartiene loro più di quanto pensano; che la potenza rinchiusa in quelle parole può far compiere cose che altre culture neppure si sognano di raggiungere. Noi cristiani dobbiamo interrogarci dinanzi al gesto della beatificazione di don Pino e dirci chiaramente che fa parte di noi vivere certe dinamiche e dobbiamo risvegliarci, risvegliare anche i pastori – sacerdoti e vescovi – su questo fronte. Ne siamo autorizzati, la beatificazione di don Pino è la sacralizzazione della lotta alla mafia e all’illegalità. Potrei scrivere pagine intere, con frasi del Vangelo o citazioni della Dottrina sociale della Chiesa che motivano ciò, ma a cosa servirebbe? Come uomo e come cristiano so che c’è un Vangelo nuovo da riscoprire vivendolo, che ci impegna in una relazione con Dio, ma necessariamente anche a una relazione con l’altro e con la società, affermando e denunciando ciò che va detto e denunciato. Una canzone cara e spesso cantata in tante assemblee giovanili sempre mi fa riflettere e lascia un po’ perplesso, non sono convinto che sia vera del tutto. Dice «Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, solo Dio basta». No, caro direttore, Dio non basta, non basta affatto: la nostra è una religione della relazione, non intimistica dove sto bene io con Dio e basta. La nostra è una fede aperta all’altro. Nella mia esistenza, illuminata o buia che sia, se non cerco Dio e gli altri non vivrò nulla a pieno. Grazie «3P», grazie Padre Pino Puglisi perché ci hai aperto la strada a convincerci che esiste un Vangelo sociale: anti-mafia, anti-illegalità, anti tutto ciò che è contro la bellezza di noi uomini.
Massimiliano Arena - Servizio diocesano per la pastorale Diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo animatore del Progetto Policoro