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Il Webdoc Cardine . L'ambulatorio del Papa, la porta che non si chiude mai

giovedì 13 dicembre 2018

Alcune volte aprono quella porta persone in condizioni fisiche davvero drammatiche, chiedono visite, farmaci che non si possono permettere, e a fatica cercano di spiegare i sintomi. Altre volte invece arrivano spaventati, infreddoliti, disorientati e hanno solo bisogno di una rassicurazione, di un sorriso, di una carezza. Ormai tra i poveri della città si è sparsa la voce e tutti i lunedì e i giovedì si danno appuntamento davanti l’Ambulatorio medico dell’Elemosineria Apostolica, situato sotto il Colonnato di San Pietro.

Medici per i più vulnerabili
Qui, ad accoglierli, rispondendo ad un desiderio di Papa Francesco, c’è un’equipe straordinaria di medici che a titolo gratuito mette a servizio dei più vulnerabili la propria competenza. A guidarla, la dottoressa Lucia Ercoli, responsabile sanitario di “Medicina Solidale” e medico della Direzione di Sanità e Igiene del Vaticano, diretta dal prof. Alfredo Pontecorvi.

La sfida della vicinanza
L’idea di questo intervento, ci spiega la dott.ssa Ercoli, nasce col Giubileo straordinario della Misericordia, nel 2015, proprio da un’intuizione dell’associazione “Medicina Solidale”, con il coinvolgimento dell’Ateneo di Tor Vergata. Prende vita il poliambulatorio mobile e poi la sede fissa nei locali messi a disposizione dall’Elemosineria Apostolica, che in questi anni ha provveduto a comprare tutti i macchinari per gli esami diagnostici e soprattutto i farmaci.

Tutti sono ascoltati
Oltre 4 mila le persone raggiunte e assistite in questi anni, di tutte le fasce di età e le categorie: dai bambini agli anziani e poi le donne in gravidanza, a cui sono dedicate le visite e i controlli del giovedì. I giovani, i tossicodipendenti, le persone sole, i senzatetto, i disoccupati. Tutti, nell’Ambulatorio del Papa sono ascoltati, tutti sono accolti, a tutti si cerca di dare risposta con cure mirate certamente, ma soprattutto elargendo misericordia, cardine della Chiesa di Papa Francesco.

Basta aprire una porta
“Per incontrarci – dice la dott.ssa Ercoli – basta aprire una porta – che sembra una sciocchezza, ma è un criterio metodologico dei nostri ambulatori”. Ercoli descrive l’Ambulatorio vaticano come una profezia che si realizza: la Chiesa che è madre e che abbraccia gli indigenti, si china su di loro, assicurando la gratuità delle cure. “Ogni volta - aggiunge - che noi fasciamo un piede ferito, regaliamo una coperta, curiamo una qualunque patologia, lo stiamo facendo a Cristo”.

Persone che ascoltano
Anche Anna, una donna sola di 45 anni, senza lavoro, madre di tre figli, testimonia l’accoglienza che ha ricevuto in questo Ambulatorio, l’aiuto che le è stato dato per i suoi gravi problemi di salute, per l’inserimento della bambina al nido e persino per un sostegno economico. “Qui - afferma - c’è la possibilità di fare visite specialistiche, esami diagnostici, anche approfonditi in tempi brevissimi. Non c’è tutta la burocrazia degli ospedali e trovi delle persone che non stanno dietro ad un vetro, ma hanno sempre il sorriso, ti ascoltano davvero”.