Bergamo. «Brava Ottavia»: salva la giovane speleologa intrappolata nella grotta
"Brava Ottavia!". Dopo due notti a 150 metri sottoterra, Ottavia Piana, giovane speleologa di talento, viene salutata dai soccorritori in un video del Soccorso Alpino mentre sbuca in barella alla luce dell'estate dalla grotta di Bueno Fonteno in cui era entrata domenica sera per tracciare una nuova via. Quel mondo oscuro e alieno ma popolato di insetti, con piscine, fiumi e strapiombi, lo aveva esplorato tante altre volte con meraviglia, questa volta invece, a causa di un imprevisto, con paura.
È successo quando, poco dopo averci messo piede assieme a un gruppo di amici, un blocco di roccia che stava scalando si è staccato cadendole su un ginocchio. Una botta tremenda, forse una frattura, in un punto della gamba già operato anni fa, a circa un chilometro dall'ingresso. Difficile incamminarsi sulla strada del ritorno. Ricevuto l'allarme, una sessantina di donne e uomini del Soccorso Alpino e Speleologico di Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte ed Emilia Romagna hanno cominciato, dandosi il cambio, un lungo e delicato avvicinamento a Ottavia nel frattempo assistita e confortata dai medici ai quali comunicava attraverso la linea telefonica allestita nella cavità il grado del suo dolore, 4 in una scala da 1 a 10.
Già per ieri sera era previsto il ritorno all'aria ma c'è voluto più tempo per la pioggia e per il male alla gamba che si sono aggiunti alle difficoltà del trasporto in barella tra gli strettissimi cunicoli. Trentuno anni, impiegata come segretaria nell'azienda di famiglia di Adro, in provincia di Brescia, Piana è iscritta al Cai di Lovere e ha realizzato diversi reportage visibili sul sito del 'Progetto Sebino' che raccoglie studi e ricerche sul territorio in cui si trova la grotta chiamata 'Abisso del Bueno Fonteno'. Un luogo solo in apparenza ostile alla vita, in realtà animato da ricche comunità di invertebrati che hanno trovato il modo di esistere nonostante l'assenza di luce.