La festa del 25 aprile. "Roma città aperta" e l'Italia liberata
Il 25 aprile 1945, dopo che gli alleati riscirono a sfondare la linea Gotica, il ‘Comitato di liberazione nazionale’ proclama l'insurrezione nazionale dei partigiani. La Festa della Liberazione ricorda la fine dell’occupazione nazista e la caduta del fascismo: giorno simbolo della Resistenza, celebra quindi l’inizio della ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò. Nella Capitale molti luoghi testimoniano e ricordano l’orrore nazifascista e le vite sacrificate per la libertà.
Come il Ghetto ebraico, dove gli uomini di Herbert Kappler, capo delle Ss a Roma, piombano all’alba di sabato 16 ottobre 1943 e rastrellano 1.259 bimbi (anche neonati), donne, anziani, uomini. O il quartiere Quadraro, nel quale il 17 aprile 1944 sempre i soldati Kappler, rastrellano e deportano 947 uomini.
Come, ancora, Porta San Paolo, dove il 10 settembre 1943 militari e civili cercano di ostacolare l’invasione tedesca in una battaglia che viene considerata l'inizio della Resistenza e nella quale morirono 400 civili, fra i quali 43 donne. O come la zona della Montagnola e gli scontri del settembre 1943, nei quali restano uccisi, fra i tanti, il sedicenne Antonio Calvani, Domenica Cecchinelli madre di cinque figli, Quirino Roscioni, invalido della prima Guerra mondiale.
Come il ponte dell’Industria, sul quale le Ss catturarono dieci donne e le fucilarono addosso al parapetto il 17 aprile 10944, colpevoli di avere rubato (per fame) farina e pane da un forno poco distante che riforniva le truppe tedesche. E come il mausoleo delle Fosse Ardeatine, che ricorda la strage del 24 marzo 1944, quando sempre gli uomini di Kappler trucidano 335 italiani, come rappresaglia all’attacco dei partigiani in via Rasella (compiuto appena ventitré ore prima), nel quale erano morti 33 soldati tedeschi.