Coronavirus, la poesia di Pasqua. Pane
È pane offerto questo Tuo corpo
di Figlio donato dal cielo,
da ventre di madre venuto
come ogni altro umano,
uomo e Figlio di Dio
mandato su questo deserto
per darci con la Sua croce
ancora terra da sperare
promessa d’invincibile amore.
Un nuovo giorno è nato
dove lacrime imperversavano
e il dolore faceva da maestro,
dentro le nostre stanze sconvolte
per l’assenza di un sorriso
per i volti del sangue scomparsi
inghiottiti dalla notte.
Ma ora l’aria racconta
celesti altre parole,
aprite tutte le finestre
su questo popolo di case
è sorta la Sua luce.
Pasqua di salvezza arrivi
tremante grido di gioia
al Tuo passaggio,
Cristo dolcissimo vieni
per dirci con la Tua voce di vento
che la battaglia è vinta
gloria sarà in eterno
sui nostri corpi bambini,
abbracciandoci dirai a ognuno
quel che ognuno sente
nostro più profondo desiderio:
la morte è uccisa per sempre.
Qui la precedente poesia "Guardami" (22 marzo 2020)