Uganda. Lacor Hospital: l'unica speranza per migliaia di pazienti
Solo l'anno scorso ha assistito 290mila persone, l'80% delle quali sono donne e bambini. Il St. Mary’s Hospital Lacor, a Gulu, in Uganda è una delle poche strutture a offrire una speranza di guarigione e cura in uno dei Paesi più poveri del mondo (al 163esimo posto su 187 secondo lo Human development Index del 2016). Con un bacino di utenza di 500mila persone che vi giungono da tutto il nord Uganda, è uno dei maggiori ospedali senza scopo di lucro dell’Africa Equatoriale.
Al Lacor Hospital chi non è in grado di pagare viene curato gratuitamente. Per chi, invece, può contribuire le tariffe non superano il 30% del costo reale della prestazione.Garantire cure e assistenza medica anche ai più bisognosi è un impegno che necessita di sostegno. Per questo, dal 10 al 20 novembre 2017, è possibile donare 2 o 5 euro con sms o chiamate da rete fissa al numero solidale 45565 a Fondazione Corti, fondata dai medici missionari Lucille Teasdale e Piero Corti. Attraverso la raccolta fondi la Fondazione Corti sosterrà in particolare le attività del dipartimento di chirurgia con l'acquisto di nuovi tavoli operatori, bisturi elettrici e di monitor multiparametrici per 2 delle 6 sale operatorie in attività. Il dipartimento di chirurgia conta attualmente due reparti, 136 letti e 6 sale operatorie realizzando oltre 5mila interventi l'anno.
In Uganda un terzo della sua popolazione vive in condizioni di povertà estrema, potendo contare su meno di 2 dollari al giorno. A questo si aggiungono un tasso di mortalità infantile spaventosamente alto, 90 bambini su 1.000 nati non arrivano ai 5 anni d’età a causa di malaria, polmonite, diarrea, malnutrizione. La mancanza di strutture sanitarie adeguate e accessibili con un rapporto di 1 medico ogni 20.000 abitanti spiegano infine un’aspettativa di vita media di 51 anni, tra le più basse al mondo (68 anni media mondiale).