Ucraina. Missili su centro commerciale di Kremenchuk: 18 morti
Un fumo grigio e nero, denso, cattivo, violento, che si sprigiona dalle fiamme che si intravedono salire dai rottami ormai anneriti di quello che era un centro commerciale a Kremenchuk nella regione centro-orientale di Poltava in Ucraina.
Sono le 16.30 locali del 27 di giugno 2022, quando due missili piombano sulla grande area di circa 10mila e 300 metri quadrati zeppa di gente. Amstor – questo il nome del centro – è uno di quelli dove vanno intere famiglie a far compere. Anche in tempo di guerra. E non si contano le persone che posso essere state colte dalle esplosioni. Anche se le prime stime parlano di almeno 100 morti, il bilancio si è poi ridimensionato in 18 vittime accertate e 40 feriti, anche gravi. Dalle immagini diffuse dopo pochi minuti nella rete, e in particolare sul alcuni canali Telegram come quello dell’esercito ucraino e dell’agenzia Ukrinform, si vedono le fiamme distruggere tutto, la gente fuori che si ferma attonita, i primi mezzi di soccorso che arrivano.
Sul luogo, viene fatto sapere, accorrono circa 115 vigili del fuoco impegnati nello spegnimento delle fiamme e 20 mezzi di soccorso. In un altro video, girato dentro il centro, si scorgono nel fumo e nella polvere persone che chiedono aiuto, altre che gridano di essere vive, altre ancora che corrono via. I vigili del fuoco dicono che ci vorranno ore per spegnere le fiamme. Si teme un’altra strage: per questo, sembra che un treno speciale per le emergenze stia arrivando in città. I feriti sarebbero così tanti “da metterne anche cinque su una stessa ambulanza”, spiegano alcuni.
Insieme alle immagini arrivano subito le prime denunce. “L'attacco è un altro crimine di guerra russo. Un crimine contro l'umanità. La Russia è uno stato terrorista”, scrive su Telegram Dmytro Lunin, governatore della regione di Poltava. Mentre il sindaco della città, Vitaly Maleckij, in un altro messaggio dice che i missili sono arrivati su un “un obiettivo che non ha nulla a che fare con luoghi strategici e militari”. Arriva anche un commento di Volodymyr Zelensky: “L’obiettivo non aveva nessun valore strategico. Solo il tentativo delle persone di vivere una vita normale, una normalità che fa arrabbiare tanto gli occupanti”.
A Kremenchuk, nell’Ucraina centrale sulle rive del Dnipro, fino ad oggi erano in effetti stati colpiti sono obiettivi come una raffineria e una fabbrica che produrrebbe armamenti.