Processo. Zaki: «Non ho commesso alcun reato». Si torna in aula il 28 settembre
Dopo un anno e sette mesi di detenzione preventiva, si apre il processo per Zaki
«Non ho commesso alcun reato» ha detto Patrick Zaki al giudice che gli ha chiesto delle accuse per le
quali è imputato durante la brevissima prima udienza del processo che si è tenuto ad Al Mansoura.
Si torna in aula il 28 settembre per la seconda udienza al tribunale di Mansura dove si è aperto il processo a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna in carcere in Egitto dal febbraio 2020. Zaki ha spiegato di aver esercitato solo il suo diritto "alla libertà di parola".
The first trial session should start soon. Patrick arrived to court in Al Mansoura. His lawyers along with representatives from the embassies of Italy, Germany & Canada and a lawyer from the EU are present.
— FreePatrick (@FreePatrick3) September 14, 2021
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Come reso noto da ong egiziane, il rinvio a giudizio è con l'accusa di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" sulla base di un articolo scritto da Patrick nel 2019 sui cristiani in Egitto, a suo dire perseguitati sebbene la circostanza sia del tutto controversa.
Il 30enne ricercatore e attivista rischia una multa e una pena fino a cinque anni di carcere, prevede Amnesty International.
Secondo fonti giudiziarie e rispetto al caso di Patrick Zaki: "Qualsiasi egiziano che ha pubblicato notizie, comunicazioni o indiscrezioni sulla situazione interna in modo tale da danneggiare lo Stato e gli interessi nazionali sarà condannato al carcere tra i 6 mesi e 5 anni e a una multa tra 100 a 500 sterline egiziane (tra i 5 e 27 euro, ndr) ai sensi dell'articolo 80 della legge". Si desume dunque che, in caso di una sentenza inferiore ai 19 mesi, vi sarebbe un'immediata scarcerazione.
Trattandosi di una corte della Sicurezza dello Stato per i reati minori, la sentenza sarà inappellabile. Come avvenuto in tutte le udienze per il rinnovo della custodia cautelare, è data per certa al presenza a Mansura di un rappresentante diplomatico italiano nell'ambito di un monitoraggio processuale Ue.
La Corte è la Seconda della città sul delta del Nilo dove Patrick è nato e cresciuto e dove fu incarcerato per quasi un mese l'anno scorso all'inizio della detenzione cautelare.
Le udienze in tribunale iniziano alle 9 ora locale e italiana, ma quella di Patrick dovrebbe tenersi più tardi, verso le 10 o le 11 secondo quanto previsto da una sua legale.
Al momento non è chiaro quante potrebbero essere le udienze. Almeno dalle informazioni diffuse da dieci ong e da Amnesty, sembra che le accuse più gravi, quelle di istigazione al rovesciamento dello Stato e al terrorismo che erano basate su dieci post di un account Facebook, siano cadute.