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L’intervista. Yermak, numero due ucraino: a Lucerna summit cruciale per la pace

Lucia Capuzzi martedì 11 giugno 2024

Yermak sabato scorso ha incontrato il Papa

«Un vero passo avanti verso la pace». A cinque giorni dall’avvio a Lucerna, Andriy Yermak è fiducioso sulla Conferenza di pace dedicata al conflitto ucraino. Il numero due di Kiev, nominato da Volodymyr Zelensky capo dell’ufficio del presidente, sabato mattina è stato ricevuto in udienza da papa Francesco. Poi ha incontrato il segretario di Stato, Pietro Parolin – che rappresenterà la Santa Sede al summit svizzero – e il cardinale Matteo Zuppi, inviato speciale del Pontefice per l’Ucraina. La missione di “diplomazia umanitaria”, in corso da un anno, ha consentito il ritorno a casa di 388 minori “trasferiti” in territorio russo. «Il cardinale Zuppi è un grande amico», ha detto Yermak e ha aggiunto: «Le madri dei bambini salvati pregano per i loro salvatori. Abbiamo proposto un meccanismo specifico per l'ulteriore attuazione della missione sia allo stesso presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) sia al Segretario di Stato. Sono convinto che tutte le missioni volte a salvare i bambini dovrebbero continuare fino a quando l'ultimo di loro sarà restituito alla propria famiglia».
Dottor Yermak, cosa può dirci dell’incontro con Francesco?
È stata una conversazione sincera, aperta, amichevole. Ho informato il Santo Padre riguardo alla filosofia della “Formula di Pace” del presidente Zelensky, l’unica che apre un percorso spiegando verso una pace giusta. Abbiamo parlato anche della preparazione del vertice svizzero dell fine settimana
Perché è tanto importante?
La Russia non vuole la pace, tanto più una pace giusta. Ma c'è un modo per costringerla a fermare la guerra. La formula della pace è il quadro teorico. Il vertice di Lucerna rappresenta la sua applicazione pratica. Il compito è complesso. Ma siamo convinti che riusciremo ad aprire gli occhi a molti. Dobbiamo aiutare il mondo a comprendere l'importanza del vertice e convincere i Paesi che ancora esitano a parteciparvi. Se non in questa fase, almeno in quella successiva.

Due cittadini di Lugansk (sotto occupazione russa) lasciano la loro casa - Ansa

Che cosa vi aspettate, in concreto, dal summit?
Ci concentriamo su tre punti: la sicurezza nucleare, la sicurezza marittima e il ritorno dei bambini e dei prigionieri di guerra. Ci aspettiamo i maggiori progressi in queste tre direzioni. Devono esserci risultati pratici. In particolare, molto importante è la partecipazione della Santa Sede alla Conferenza.
Quali passi sarebbe utile compiere dopo il summit di Lucerna per raggiungere la pace dopo quasi due anni e mezzo di conflitto?
Per prima cosa, l’adozione di un documento congiunto e l’elaborazione della agenda per l’attuazione di decisioni specifiche. Questi sono i prossimi passi per raggiungere la pace. Siamo convinti che il vertice darà impulso all'attuazione pratica della “Formula” del presidente Zelensky. In questo senso, è fondamentale l’ampliamento della cerchia dei Paesi pronti ad aderire alle fasi successive: in primis alle riunioni dei consiglieri diplomatici dei capi di Stato, nonché al secondo vertice. È probabile che ai rappresentanti russi verranno presentate le richieste sviluppate e concordate dalla comunità internazionale.
Ma l’Ucraina sarebbe disposta a negoziati diretti con i russi?
L’esperienza delle precedenti trattative, dimostra che non ci si può fidare della Russia. Tra il 2014 e il 2022, abbiamo condotto diversi round negoziali ai quali hanno partecipato rappresentanti di Germania e di Francia. Non hanno portato a nulla, loro possono confermarlo. La Russia non cerca il dialogo, né compromessi. Vuole dettare i termini. C’erano una dozzina di accordi di cessate il fuoco e la Russia li ha infranti tutti non appena è stata pronta per un’ulteriore escalation. Pochi giorni prima dell’inizio dell’invasione su vasta scala, Putin aveva detto che la Russia non avrebbe attaccato. Invece l’ha fatto. Per questo abbiamo deciso di coinvolgere la comunità internazionale.

Yermak con il presidente della Cei, cardinale Zuppi - Dal profilo X di Andriy Yermak

Tra le priorità della Conferenza, c’è il ritorno a casa dei minori ucraini. Che cosa ha significato, in questo senso, la missione del cardinale Zuppi?
Ripeto quanto ho detto personalmente al cardinale Zuppi: grazie per l’aiuto. Riportare in Ucraina i bambini sottratti è fondamentale. Per questo, sarà uno dei temi casi del summit di Lucerna. E per questo, abbiamo proposto un meccanismo specifico per l'ulteriore attuazione della missione sia a lui sia al cardinale Pietro Parolin. Gli sforzi devono continuare fino a quando non li avremo riportati a casa tutti. In questo senso, voglio esprimere il mio sincero ringraziamento per l’inchiesta realizzata da Avvenire su questa delicata questione. I colpevoli di uno dei crimini più gravi perpetrati sul territorio ucraino devono essere severamente puniti. Tutti i colpevoli, i diversi attori coinvolti. Le loro vittime chiedono giustizia, come previsto dal diritto internazionale. Un giusto processo impedisce la ripetizione del reato e, dunque, garantisce il presente e il futuro. Affinché ci sia giustizia, però, è cruciale ricostruire la verità, attraverso un’indagine approfondita e indipendente. Il contributo di inchieste come quella di Avvenire è, in questo senso, fondamentale per aiutare la giustizia internazionale a far luce su una vicenda tanto complessa.