La guerra dimenticata. Yemen, rappresaglia dopo le bombe su scuola
In una sorta di macabra rappresaglia almeno 7 civili sono stati uccisi da una salva di razzi sparati dallo Yemen nella zona di frontiera di Nashran, nel sud del regno wahabita. Lo ha reso noto la rete Al Ajbariya secondo la quale le vittime sono 4 sauditi e 3 stranieri.Il colpo è la rappresaglia dei ribelli yemeniti sciiti Houthi, sostenuti dall'Iran, contro i raid aerei della coalizione sunnita guidata da Riad che hanno ripetutamente colpito il Paese. Il più grave sabato scorso quando un raid di jet sauditi uccise 10 bambini in una scuola. Ieri, invece, era stato centrato un ospedale di Medici Senza Frontiere. La guerra nello Yemen è un po' dimenticata a livello internazionale. I riflettori si accendono quando le stragi, in qualche modo, toccano l'Occidente. Come questa volta. I raid della coalizione araba hanno
colpito un ospedale di Medici Senza Frontiere. Almeno
20 persone sono state uccise e molte altre ferite. Un'esplosione ha "parzialmente distrutto" l'ospedale di Abs, che si trova nella provincia di Hajjja, sotto controllo dei ribelli Houthi.
Sia le Nazioni Unite, che gli Stati Uniti, oltra ad Amnesty International hanno condannato l'attacco, che ha ucciso anche anche un membro dello staff di Msf. Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, ha invitato tutte le parti a porre fine alle ostilità e trovare una soluzione negoziata.
"Ancora una volta un ospedale del tutto operativo, pieno di
pazienti e di membri di Msf è stato bombardato in una guerra che
non mostra alcun rispetto per le strutture mediche e per i
malati", ha detto Teresa Sancristoval, dell'unità di Emergenza di
Msf. Le coordinate gps dell'ospedale "sono state ripetutamente
comunicate a tutte le parti in conflitto, inclusa la coalizione a
guida saudita, e la posizione della struttura è assolutamente
nota".
Secondo Msf i raid della coalizione guidata dall'Arabia Saudita hanno colpito sabato anche una scuola nella provincia settentrionale di Saada,
uccidendo almeno 10 bambini.
Le coordinate GPS dell'ospedale supportato da
Medici Senza Frontiere bombardato ad Abs, in Yemen, erano state
condivise più volte con tutte le parti in conflitto tra cui la
coalizione a guida saudita, e la sua localizzazione era ben nota. È
quanto precisa Msf in una nota.
Al momento del bombardamento, c'erano 23 pazienti in
chirurgia, 25 nel reparto di maternità - tra cui 13 neonati - e 12
in pediatria. L'ospedale aveva ricoverato in giornata diversi feriti
di guerra. Il numero di pazienti che si trovavano nel pronto soccorso
potrebbe variare dopo ulteriori verifiche in corso.
"È il quarto attacco contro una struttura MSF in Yemen in meno
di 12 mesi. Ancora una volta - sottolinea il comunicato - abbiamo
visto le tragiche conseguenze del bombardamento di un ospedale.
Ancora una volta un ospedale in funzione, pieno di pazienti e di
staff Msf nazionale e internazionale, è stato bombardato in una
guerra che non mostra alcun rispetto per le strutture mediche e i
pazienti.
"Nonostante la recente risoluzione
delle Nazioni Unite che chiede di porre fine agli attacchi
contro le strutture mediche e nonostante le dichiarazioni di
alto livello perchè sia rispettato il Diritto Internazionale
Umanitario, non sembra venga fatto nulla perchè le parti
coinvolte nel conflitto in Yemen rispettino il personale medico
e i pazienti. Senza azioni, questi gesti pubblici restano privi
di significato per le vittime di oggi. Sia che si tratti di
intenzionalità che di negligenza, tutto questo è
inaccettabile", ha detto Teresa Sancristoval, responsabile
dell'unità di emergenza in Yemen.
Medici senza frontiere chiede a tutte le parti del conflitto, e soprattutto
alla coalizione a guida saudita responsabile del bombardamento,
di garantire che attacchi simili non accadano più.
Da luglio 2015 l'ospedale di Abs, principale centro
sanitario in funzione nell'area occidentale del governatorato
di Hajjah, ha curato 4.611 pazienti. Aveva un pronto soccorso
con 14 posti letto, un reparto di maternità e uno di
chirurgia. Nelle ultime settimane l'ospedale aveva visto un
aumento di pazienti feriti, soprattutto vittime dei recenti
combattimenti e della campagna di attacchi aerei nell'area.
La presenza di Medici senza frontiere
In Yemen MSF lavora in 11 ospedali e centri sanitari e
fornisce supporto ad altri 18 ospedali o centri sanitari in
otto governatorati (Aden, Al-Dhalè, Taiz, Saada, Amran,
Hajjah, Ibb e Sanàa). Nel paese lavorano più di 2.000
operatori di MSF, tra cui 90 internazionali.
La coalizione araba a guida saudita
che combatte i ribelli sciiti Huthi nello Yemen ha annunciato
l'apertura di una inchiesta "indipendente" sul raid aereo.