Il conflitto. Non c'è pace nello Yemen: colloqui falliti. Ripresi gli scontri, 80 morti
Martin Griffiths, l'inviato speciale dell'Onu per lo Yemen (Ansa)
Riparte lo scontro, più intenso che mai. È di circa 80 miliziani uccisi il bilancio, secondo fonti mediche citate dalla "Bbc" in arabo, di violenti scontri armati avvenuti nelle ultime 24 ore in Yemen, nel porto di Hudayda sul Mar Rosso, dove da settimane si affrontano i ribelli Houthi, vicini all'Iran, e forze lealiste
sostenute da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La Bbc cita "fonti mediche" yemenite e afferma che tra le vittime si contano circa 70 Houthi e una decina di miliziani lealisti.
La ripresa delle ostilità segue di poche ore il fallimento dei colloqui di pace a Ginevra. La delegazione del governo yemenita ha infatti lasciato Ginevra, sabato, dopo il fallimento dei negoziati di pace con i ribelli mediati dall'Onu. La delegazione ha deciso di tornare a casa dopo che i colloqui erano stati sospesi per tre giorni. La delegazione dei ribelli Houthi aveva rifiutato di partecipare fino a quando le Nazioni Unite non avessero soddisfatto alcune richieste, tra cui la garanzia che sarebbero stati in grado di tornare successivamente nella capitale yemenita Sanaa. Deluso l'inviato speciale delle Nazioni Unite, Martin Griffiths che aveva sperato in un passaggio verso una fase negoziale del confronto.
Il conflitto rischia quindi di riprendere su larga scala. Denunciano le Ong che nel solo mesi di agosto, quasi mille persone (tra queste almeno 300 minori) sono state uccise nei combattimenti e nei bombardamenti aerei della coalizione a guida saudita. E proprio su questo fronte, quello delle forniture di armi ai protagonisti del conflitto, la Spagna del socialista Sanchez sta di fatto (a detta di molti osservatori) arrivando alla farsa. Il governo spagnolo infatti ci ha ripensato e ha deciso di ripristinare il contratto da 9,2 milioni di euro, congelato solo due giorni fa, per la fornitura di 400 bombe di precisione all'Arabia Saudita, che Riad intende utilizzare contro gli Houthi nello Yemen. Lo scrive il quotidiano El Pais, secondo il quale Madrid ha deciso di ritornare sui suoi passi per 'salvarè una lucrosa commessa da oltre 1,8 miliardi di euro, in capo ai cantieri navali spagnoli Navantia, per la fornitura di cinque corvette alla marina militare saudita.
Il giornale scrive che "le autorità saudite erano rimaste contrariate dall'annuncio" del congelamento della fornitura di bombe e che Madrid ha quindi deciso di riconsiderare quella decisione. Per l'esecutivo guidato da Pedro Sanchez, secondo il Pais, "il dilemma era complicato" e alla fine si è deciso di dare priorità al contratto di Navantia, che garantisce 6.000 posti di lavoro a Cadice.
La portavoce della Moncloa, Isabel Celaá, secondo il giornale, non lo ha detto apertamente, ma lo ha lasciato intendere, sottolineando che il governo farà "tutto il necessario" per mantenere le sue "eccellenti relazioni con l'Arabia Saudita" e la commessa di Navantia. Gli operai dei cantieri, ha detto Celaá, "possono stare tranquilli" perché si troverà una soluzione. "Possono star certi che il governo è con loro", ha detto la portavoce.