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Il fatto. La guerra in Ucraina affama anche lo Yemen, grano e pane sempre più cari

Redazione Internet giovedì 24 marzo 2022

Edifici bombardati in Yemen

La guerra in ucraina sta avendo ripercussioni pesanti in diverse aree del mondo. In particolare, come al solito, a pagare di più sono i più poveri e le persone già messe alla prova da altre guerre, come sfollati e profughi.

Anche in Yemen, come in altri Paesi, questa guerra europea ha ulteriormente aggravato la situazione, mettendo in crisi le già ridotte importazioni di grano e olio da cucina. Fino ad oggi infatti lo Yemen importava circa il 42% del grano direttamente dall’Ucraina.

La conseguenza immediata è il drammatico aumento dei prezzi, a cui una popolazione senza lavoro e altri mezzi di sostentamento, non può di certo far fronte. Solo nella prima settimana dallo scoppio del conflitto in Ucraina, nella capitale Sana'a, il prezzo del pane è aumentato del 35%.

“Spesso i miei figli vanno a dormire a stomaco vuoto – racconta Ali Hassan Hadi che vive assieme ai due figli piccoli ad Hajah, citta sulle montagne nell’ovest del paese – Quando riusciamo a pranzare non ceniamo e viceversa. I nostri pasti sono composti spesso solo di un po' di pane”.

E poi ci sono le ripercussioni legate all'energia e al petrolio. I prezzi del carburante sono aumentati del 543% dal 2019, triplicando solo negli ultimi tre mesi. Si può stare in coda anche per tre giorni per riuscire a fare rifornimento. E pure il trasporto degli aiuti nel Paese e in arrivo dall'estero sono sempre più difficili da sostenere.

Il costo dei trasporti è talmente alto che gli agricoltori non portano più i loro prodotti nei mercati, causando un ulteriore aumento dei prezzi; le persone non riescono a raggiungere gli ospedali; per mancanza di carburante molte strutture sanitarie potrebbero chiudere, come successo nei giorni scorsi a Taiz con l’ospedale Al Thawra.

Con un’impennata complessiva dei costi di tali proporzioni salgono inevitabilmente i prezzi di beni essenziali come cibo, acqua e medicinali e diventa difficilissimo portare aiuti nelle aree più remote del Paese. Qui le persone non possono più permettersi di comprare l’acqua che arriva con le autocisterne e quindi bevono e usano acqua sporca. In città l’elettricità può mancare anche per 10-12 ore al giorno, chi ce l’ha usa i pannelli solari per ricaricare il telefono e avere piccole scorte di energia”. E i dipendenti pubblici non vengono pagati dalla fine del 2016.

Una mamma con due bimbi in un campo profughi in Yemen - Oxfam

Sette anni di guerra, un popolo allo stremo​

A 7 anni dall’inizio della guerra in Yemen, il prezzo pagato dalla popolazione è sempre più alto. Le vittime civili continuano ad aumentare esponenzialmente mese dopo mese, mentre un intero popolo – che per il 75% dipende dagli aiuti internazionali per sopravvivere – è costantemente minacciato dalla mancanza di cibo e acqua, dalle bombe che piovono dal cielo o dalle mine disseminate su campi e strade. Il conflitto in Ucraina poi sta facendo schizzare alle stelle i prezzi dei beni alimentari.

È l’allarme lanciato oggi da Oxfam alla vigilia del settimo anniversario del conflitto in Yemen, il prossimo 26 marzo. “Un altro anno di guerra porterebbe sofferenze inimmaginabili per 30 milioni di yemeniti – ha detto Paolo Pezzati, responsabile per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Se le parti in conflitto non deporranno le armi nell’immediato futuro e la comunità internazionale non aumenterà gli aiuti, due terzi della popolazione si troverà in una condizione di grave insicurezza alimentare entro la fine dell’anno. Al momento la comunità internazionale ha stanziato solo il 30% di quanto richiesto dalle Nazioni Unite per rispondere all’emergenza nel 2022, in media appena 15 centesimi al giorno per singolo abitante”.

Al momento 17,4 milioni di persone soffrono la fame, ma entro la fine dell’anno potrebbero diventare 19 milioni (ossia il 62% della popolazione), con un aumento di oltre 8 milioni di persone colpite da malnutrizione dall’inizio del conflitto; dal 2017 si sono registrate 14.554 vittime civili; dall’inizio del conflitto 24.600 attacchi aerei hanno distrutto il 40% delle abitazioni in tutte le città del Paese; oltre 4 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case in cerca di salvezza, oltre 1 milione al momento si trovano nel governatorato di Marib, spesso in alloggi di fortuna.

Qui negli ultimi mesi sono aumentati morti e feriti a causa delle mine intorno alla città, disseminate dalle forze in ritirata per rallentare i loro avversari. Oggi 4,8 milioni di persone in più – rispetto al primo anno di conflitto – sopravvivono solo grazie agli aiuti umanitari.

Fino al 9 aprile si può aiutare la risposta di Oxfam con un SMS al 45584 o su oxfam.it/salviamo-vite