Una
catastrofe. La situazione nel campo profughi
palestinese di Yarmuk, in Siria, alla porte di Damasco, è
disperata. I jihadisti hanno lanciato un'offensiva per conquistarlo. Molte le
atrocità commesse. A sua volta le truppe governative siriane stanno contrattaccando e intensificando i bombardamenti.
Una nuova Srebrenica
La gente che vi abita è tra due fuochi. Una morsa micidiale. Non viene consentito l'ingresso di aiuti umanitari, come invece ha chiesto il Comitato di sicurezza dell'Onu. E anche
3.500 bambini restano intrappolati insieme a migliaia di adulti e anziani inermi. L'Unicef teme una "
nuova Srebrenica" (dal nome
della zona sotto tutela Onu dove nel luglio del 1995 i
serbo-bonsiaci massacrarono oltre 8.000 musulmani bosniaci).
Primi aiuti dalla Farnesina"Stamattina la Farnesina ha deciso di stanziare 1,5 milioni di euro destinato ai 3.000 bambini del campo profughi di Yarmouk attraverso l'Unicef e l'Unwra", l'Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, a cui andranno rispettivamente 500 mila e 1 un milione di euro. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dopo un vertice trilaterale con i ministri di Egitto e Algeria. Grazie al contributo italiano, Unicef potrà garantire protezione, assistenza psicologica e sostegno umanitario ai bambini palestinesi del campo - circa 3.500 - ealle famiglie in fuga da Yarmuk (al momento, 2.000 persone), che ora versano in condizioni materiali e di sicurezza estremamente precarie alla periferia di Damasco. Il finanziamento all'Unrwa consentirà all'Agenzia di finanziare le operazioni di distribuzione di cibo, di acqua potabile e l'offerta di servizi di assistenza sanitaria a favore dellapopolazione del campo - complessivamente 18.000 persone - nonappena sarà possibile l'accesso umanitario. I due progetti si inseriscono nell'ambito del più ampio pacchetto di interventi umanitari per la crisi siriana annunciato dall'Italia in occasione della Conferenza dei donatori del 31 marzo a Kuwait City, e portano a oltre 66 milioni l'impegno finanziario complessivo dell'Italia per attività umanitarie a favore della popolazione in Siria e dei rifugiati nei Paesi limitrofi dall'inizio del conflitto.
La testimonianza
Secondo la testimonianza choc di un adolescente palestinese riuscito a
fuggire, "due miliziani jihadisti giocavano con una
testa decapitata come se facessero una partita a calcio". Amjaad Yaaqub,
16 anni, è riuscito a salvarsi poichè i jihadisti lo avevano
creduto morto dopo averlo aggredito e picchiato. "Sono venuti
nella mia casa a cercare mio fratello che fa parte dei Comitati
popolari palestinesi. Mi hanno picchiato finchè non sono
svenuto e hanno pensato che fossi morto", ha raccontato il
ragazzo, che ha ancora un occhio gonfio e il mento tumefatto.
Una tragedia annunciata
Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, ricorda che
"esattamente lo scorso 7 aprile 2014 denunciammo che da 187
giorni non si riuscivano a far entrare aiuti umanitari nel
campo e che c'erano evidenze di gravi casi di malnutrizione
acuta tra i bambini. La situazione, drammatica, è precipitata
dall'ingresso di Isis. Ma quest'ultimo non può essere sempre il pretesto
per raccontare drammi che vengono da molto lontano. Il campo è
sotto assedio da più di 2 anni".
"Oltre 1.000 profughi uccisi"
Il deputato arabo-israeliano Ahmed Tibi ha denunciato al quotidiano israeliano Haaretz che "oltre 1.000" profughi sarebbero stati uccisi da quando, 3 giorni fa, i terroristi del Califfato ha assunto il controllo del 90% del campo
profughi, abitato da 18mila palestinesi.
L'Olp chiede aiuto al governo siriano
Una delegazione dell'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) ha incontrato a Damasco il vice ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad per
discutere su come fronteggiare l'offensiva dello Stato Islamico. Lo ha detto il responsabile dell'Olp in Siria, Anwar Abdel Hadi.
"Escludendo un intervento armato diretto, le autorità siriane sono
pronte a sostenere i combattenti palestinesi in vari modi, anche
militarmente, per mandar via l'Is dal campo profughi", ha detto Hadi.
Citato dall'agenzia di stampa Sana, il vice ministro Mekdad ha detto
che il governo di Damasco sta facendo tutto il possibile per fornire
assistenza umanitaria e medica ai rifugiati palestinesi. "La Siria e
l'Olp sono determinati a combattere il terrorismo che è arrivato nei
campi profughi in Siria e in particolare a Yarmuk", ha detto Mekdad.
Damasco: soluzione militare
"Nella situazione attuale è
necessaria una soluzione militare" per allontanare "militanti e
terroristi" e jihadisti del sedicente Stato Islamico dal campo
profughi palestinesi di Yarmuk, alle porte di Damasco. Lo ha affermato
il ministro per la Riconciliazione del governo di Bashar al-Assad,
Ali Haidar, come riferisce la tv satellitare al-Arabiya.