Ginevra. Trump sbatte un'altra porta all'Onu: via dal Consiglio per i diritti umani
La decisione di Trump è stata annunciata dall'ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Nikki Haley (Ansa)
Dopo l'addio all'Unesco, l'uscita dall'accordo sul clima di Parigi e dall'accordo dei 5+1 con l'Iran sul nucleare, Donald Trump sbatte un'altra porta all'Onu. Gli Stati Uniti si sono ritirati dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Lo ha annunciato l'ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Nikki Haley, accusando l'istituzione di essere "un protettore dei molestatori dei diritti umani e un pozzo nero di pregiudizi politici". "Voglio chiarire che questo passo non è un ritiro dal nostro impegno sul fronte dei diritti umani - ha detto Haley -. Assumiamo questa iniziativa perché il nostro impegno su questo fronte non ci consente di continuare a far parte di un'organizzazione ipocrita e egoista che deride i diritti umani".
Haley ha ammesso che gli Stati Uniti non sono riusciti a convincere nessun'altra nazione a sostenere apertamente gli sforzi di Washington per riformare il Consiglio che ha sede a Ginevra, "un'organizzazione non degna del suo nome". Ma "nessun altro paese ha avuto il coraggio di unirsi alla nostra lotta". "Quando abbiamo chiarito che avremmo fortemente perseguito la riforma del Consiglio paesi come Russia, Cina, Cuba ed Egitto hanno tentato di minare i nostri sforzi", ha tuonato l'ambasciatrice, criticando quei Paesi che condividono gli stessi valori degli Stati Uniti, ma "non volevano mettere seriamente in dubbio lo status quo".
"Guarda i membri del consiglio e vedi una spaventosa mancanza di rispetto per i più elementari diritti", ha detto Haley citando Venezuela, Cina, Cuba e Repubblica Democratica del Congo, ammesso come membro malgrado la scoperta di fosse comuni. Questa arena "è eccessivamente focalizzata e infinitamente ostile verso Israele" che, afferma, "è una chiara dimostrazione che il Consiglio è guidato da intenzioni politiche e non dai diritti dell'uomo". Poco dopo l'annuncio degli Stati Uniti, il segretario generale Antonio Guterres ha espresso il suo rammarico, spiegando che "avrebbe preferito che gli Stati Uniti rimanessero nel Consiglio per i diritti umani". "L'architettura delle Nazioni Unite sui diritti umani svolge un ruolo molto importante nella loro promozione e protezione in tutto il mondo", ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric.
Anche l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ràad Al Hussein ha definito il ritiro degli Stati Uniti "deludente, se non addirittura sorprendente". "Dato lo stato dei diritti umani nel mondo di oggi, gli Stati Uniti dovrebbero intensificare e non fare un passo indietro", ha scritto Zeid su Twitter.
Questa decisione "metterà il paese ai margini delle iniziative globali cruciali per difendere i diritti umani", ha deplorato l'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch, affermando in una dichiarazione che l'Unhcr "ha svolto un ruolo importante in paesi come la Corea del Nord, la Siria, Il Myanmar e il Sud Sudan". "Ma Donald Trump è interessato solo a difendere Israele", ha detto la Ong.
Il ritiro è arrivato mentre l'amministrazione Trump è sotto il fuoco di un'intensa critica per la sua politiche di "tolleranza zero" adottata al confine con il Messico, dove nelle ultime settimane le autorità stanno separando i bambini dai genitori che cercano di entrare illegalmente negli Stati Uniti. Il primo0 a schierarsi con gli Usa è stato, chiaramente, Israele che "ringrazia il presidente Trump "per la coraggiosa decisione contro l'ipocrisia e le bugie del cosiddetto Consiglio dei diritti umani dell'Onu", ha riferito il ministero degli Esteri del governo Netanyahu.