Giornata cruciale, venerdì, per riaccendere le speranze di pace per la Siria. Si tiene a Vienna il vertice diplomatico sul conflitto siriano allargato a tutti i
principali attori coinvolti nella crisi e ad alcuni Paesi europei quali Italia (ci sarà il ministro degli Esteri,
Paolo Gentiloni), Francia, Germania e Gran Bretagna.
L'incontro segna il debutto dell'Iran ai negoziati: per la prima volta si siederanno allo stesso tavolo i rappresentanti di
Iran e di
Arabia Saudita, arcinemici della
regione.Nel salotto della diplomazia ci saranno anche
Turchia e
Qatar, che insieme a Riad guidano il fronte anti
Assad, oltre a
Egitto, Giordania, Iraq, Libano. Grandi assenti
alle trattative sono i siriani: non saranno rappresentati
né il regime di Bashar al-Assad né le opposizioni. Grandi tessitori dei negoziati saranno il segretario di Stato americano
John Kerry e il ministro degli Esteri russo
Serghiei Lavrov, con il primo impegnato a testare le intenzioni russe e iraniane sul destino di Assad e sulla condivisione della lotta all'Is con la coalizione internazionale. I due avranno un bilaterale, oltre a quelli con il capo della diplomazia iraniana
Mohammad Javad Zarif e con altri ministri degli Esteri.
Al vertice partecipano anche l'inviato speciale dell'Onu per la Siria,
Staffan de Mistura, e
Federica Mogherini, Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea.
"Domani non ci sarà una svolta", ha detto giovedì, gelando ogni speranza, il ministro degli Esteri tedesco,
Frank-Walter Steinmeier.
Il segretario generale delle Nazioni Unite,
Ban Ki-moon, ha espresso la speranza che i partecipanti si dimostrino "flessibili a prescindere dalle
divergenze" e ha ripetuto che "non c'è una soluzione militare" per il
conflitto in Siria, che si trascina dal 2011 e registra un bilancio di almeno 250mila morti.