La propaganda jihadista. Bimbo spara a prigionieri: nuovo video dell'Is
Nuovo orrore dello Stato Islamico. Rita Katz, direttrice di Site, un'organizzazione Usa che monitora i siti web jihadisti, ha lanciato un tweet con un frame di un video "catturato" in rete. Il fermo immagine mostra un ragazzino sui 10 anni in felpa nera e pantaloni mimetici che spara a un prigioniero. "L'Is ha raggiunto un nuovo livello di depravazione morale: usano un bambino per uccidere i loro prigionieri", è il telegrafico commento della Katz. Site ha messo in vendita la pubblicazione del video, che non mostra l'istante degli spari, ma gli attimi subito prima e dopo. Il video è stato realizzato dal braccio mediatico di Is, al-Hayat Media, nel cui sito tuttavia il video non è immediatamente visibile.Il filmato sembra un trailer: atmosfere rarefatte, fissità dei protagonisti, un bambino molto bello e molto serio, dai tratti asiatici che fanno pensare al figlio di un guerrigliero ceceno. Le due vittime, secondo quanto si legge nelle lunghe didascalie alle immagini, sono due kazaki accusati di essere "spie russe". Prima di essere uccisi i due confessano di essere due "agenti del Fsb", i servizi russi, reclutati per raccogliere informazioni sui jihadisti e soprattutto sui foreign fighter russi. I due uomini sono inginocchiati e hanno le mani legate dietro la schiena. Impossibile verificare se il video è autentico, cioè si conclude davvero con l'esecuzione dei due prigionieri, o se si tratta di un "montaggio" propagandistico.Non è la prima volta che capita: di recente altri video propagandistici hanno mostrato in passato le scuole per le piccole reclute dell'Is, presentati come futuri combattenti. E ancora, da poco è stata mostrata la foto di un ragazzo, forse di 14 anni, che avrebbe condotto un’azione suicida a bordo di un veicolo-bomba. L'uitlizzo dei bambini come arma da guerra, del resto non è un'esclusiva dello Stato islamico in Siria o in Iraq: basti pensare alle tre piccole lanciate nei giorni scorsi dai terroristi di Boko Haram come bombe umane nei mercati.