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EMERGENZA IMMIGRAZIONE. Immigrati, Roma-Parigi intesa forzata

Luca Liverani martedì 26 aprile 2011
La ritrovata, apparente sintonia anche in materia di immigrazione è tale da spingere i due Paesi a chiedere all’Unione europea modifiche al trattato di Schengen. Il vertice bilaterale tra Italia e Francia, apertosi sotto pessimi auspici, si chiude così tra sorrisi e strette di mano. «Nessuno vuole negare Schengen – puntualizza Silvio Berlusconi – ma sono necessarie delle variazioni a cui lavorare insieme». Messe nero su bianco in una lettera comune alla Ue. E per sgombrare il campo dalle polemiche di ieri, il padrone di casa riconosce all’ospite d’oltralpe di accogliere ogni anno «il quintuplo di immigrati» rispetto a noi. A Villa Madama, salotto di rappresentanza della Farnesina, col presidente Sarkozy arrivano il premier Fillon e i ministri dell’Interno Gueant, degli Esteri Juppé e del Tesoro Lagarde. Per l’Italia oltre al Cavaliere ci sono gli omologhi Maroni, Frattini e Tremonti. In privato Sarkò si lamenta subito col Cavaliere: non gli sono piaciuti per niente quegli attacchi dei giornali italiani sulla chiusura e l’egoismo della Francia. Così chiede - e ottiene - l’ok dell’Italia alla richiesta all’Ue di ripristinare controlli temporanei alle frontiere nazionali. Alla conferenza di chiusura i toni sono più che cordiali. Roma sembra aver dimenticato le polemiche con Parigi sulla mancanza di solidarietà francese. Acqua passata. Per eventuali altre ondate, ad esempio dalla Libia, le regole europee però vanno riviste, dicono entrambi, perché la frontiera di un paese è la frontiera di tutta l’Europa.Sarkozy e Berlusconi lo scrivono ai presidenti del consiglio Ue, Herman Van Rompuy, e della commissione Ue, Jose Manuel Barroso. Chiedono di «esaminare la possibilità di ristabilire temporaneamente controlli alle frontiere interne in caso di difficoltà eccezionali nella gestione delle frontiere esterne comuni». E poi di «rafforzare la governance», l’agenzia Frontex, l’aiuto alla sponda Sud del Mediterraneo attraverso l’aumento dei crediti della Banca europea. «Fondamentale» infine che l’Ue «realizzi un regime di asilo europeo comune». «Le cose devono essere regolate fra Paesi amici sulla base del diritto esistente», sottolinea un sorridente Berlusconi. «Nessuno di noi vuole negare Schengen – dice – ma in circostanze eccezionali abbiamo concordato che ci possano essere variazioni al trattato». «Schengen deve continuare a vivere – concorda Sarkozy – ma va riformata. Anche per il passaggio all’euro è stato ridisegnato il sistema europeo».Per sgombrare il campo da fraintendimenti, Berlusconi sottolinea che la Francia è il paese più accogliente d’Europa: «La Francia ogni anno accoglie 50 mila migranti (52mila, puntualizzerà poi Sarkò, ndr) l’Italia una media di 10 mila. Lo sforzo della Francia è quindi di cinque volte superiore. Di questo siamo consapevoli e da parte nostra non c’è nessuna volontà di accusare la Francia di comportamenti che non ci sono stati».Anche sulla prevenzione «lavoreremo insieme nei rapporti con il governo della Tunisia per la vigilanza delle coste. Sarkozy condivide la dissuasione psicologica di respingere i migranti. Vale la pena di spendere 1.500 dollari e affrontare rischi non da poco per poi tornare indietro?». Bilancio positivo, commenta il ministro degli Esteri Frattini: «Tra un’Europa sorella e un’Europa matrigna – dice – Italia e Francia hanno scelto la prima».