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VERSO LE ELEZIONI. Ecco perché questa Europa ci riguarda

Da Bruxelles Franco Serra mercoledì 3 giugno 2009
Farebbe bene a documentarsi chi pensa che il Parlamento europeo sia lontano dagli interessi dei cittadini, che si occupi solo di questioni astratte, di alta politica e di impatto vicino allo zero, o che in fondo non conti nulla. Lì si prendono posizioni sui grandi principi e insieme si decidono, nel bene e nel male, molti aspetti della vita quotidiana. Basta una rapida navigazione su Internet per scoprire che le direttive comunitarie, cioè le leggi dell’Ue, una volta approvate con un voto dell’Europarlamento (ormai necessario nella grande maggioranza dei casi) devono obbligatoriamente essere convertite in leggi nazionali. Ecco qualche esempio delle direttive varate in questa legislatura.CELLULARI, RIDUZIONE DELLE TARIFFEDal primo luglio cominciano le riduzioni per le chiamate tra Paesi dell’Ue, per i messaggi sms e i collegamenti da Gsm a Internet. Entro il 2011 il costo sarà ridotto (in alcuni Paesi del 70% rispetto alle tariffe attuali) arrivando a 35 centesimi al minuto per le chiamate effettuate e a 11 per quelle ricevute. Inoltre la fatturazione avverrà sulla base della durata reale delle conversazioni e non più, come ora per la maggioranza degli utenti, con forfait a blocchi di 15 o 30 secondi, con perdite spesso superiori al 20%.LIBERALIZZAZIONE DEI SERVIZIDagli idraulici ai muratori, dagli agenti immobiliari ai pubblicitari, i singoli cittadini o le imprese potranno lavorare in Stati Ue diversi dal proprio rispettando le regole del Paese ospite ma senza altri ostacoli. La cosa non vale però per servizi di fondamentale interesse pubblico come la sanità o trasporti. L’assemblea di Strasburgo ha cosí condotto in porto un’operazione che era in corso dal 2004 tra le violente polemiche provocate da una proposta della Commissione europea: la "direttiva Bolkenstein", radicalmente ridimensionata dagli eurodeputati nel 2006.CONTROLLI SUI PRODOTTI CHIMICIAl termine di un lungo braccio di ferro con le lobby industriali, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva Reach, che da quest’anno consente per la prima volta di mettere sotto controllo, analizzare ed autorizzare l’immissione sul mercato di circa 30.000 sostanze chimiche, presenti in prodotti che quotidianamente usiamo e le cui conseguenze sulla salute umana e sulla natura sono note solo in parte. Giorno dopo giorno, anche attraverso l’Agenzia Reach entrata in funzione a Helsinki, vengono controllati prodotti chimici, con particolare attenzione a quelli di uso quotidiano, nelle case o sul posto di lavoro, come detersivi e materie plastiche. Attraverso Reach vengono rafforzate le garanzie per la salute dei consumatori anche sui prodotti importati, ad esempio da Paesi come la Cina in cui è particolarmente incerto il rispetto delle norme di sicurezza dei prodotti utilizzati e dei processi di fabbricazione, tra l’altro per i giocattoli e i capi d’abbigliamento che da qualche anno entrano in massa nelle case degli europei.LIMITI AGLI ORARI DI LAVOROL’assemblea di Strasburgo ha bloccato il tentativo di alcuni Stati, in particolare della Gran Bretagna, di ammettere a livello europeo orari di lavoro superiori alle 48 settimanali, fino a 65, anche se i lavoratori danno il loro assenso (che può però essere frutto di pressioni più o meno esplicite). I lavori sulla «direttiva orari di lavoro» riprenderanno nella prossima legislatura. Gran Bretagna, Germania e alcuni Paesi dell’Est non rinunciano alla prospettiva di superare il limite delle 48 ore, come avviene ora in quegli Stati, e la Commissione europea vorrebbe escludere dal conteggio degli orari di lavoro i «periodi di guardia», ad esempio per pompieri e personale ospedaliero. Ma tanto i governi quanto la Commissione sanno che senza l’accordo degli eurodeputati le loro proposte non passeranno.FERROVIE E DIRITTI DEI PASSEGGERIDal gennaio prossimo, soprattutto nei collegamenti internazionali, i treni passeggeri di ciascun Paese dell’Ue potranno circolare sull’insieme del territorio dell’Unione. Dal nuovo regime di concorrenza dovrebbero derivare biglietti meno cari e servizi migliori. Accanto a questa misura, il Parlamento europeo ha approvato norme che dall’autunno di quest’anno stabiliscono a carico delle società obblighi di risarcire i passeggeri in caso di ritardi o soppressione di treni e di garantire le migliori condizioni per i disabili e in genere persone di mobilità ridotta. Cosí, a seconda dei casi i risarcimenti potranno andare dal 25% al 50% del prezzo del biglietto, oltre alla fornitura di pasti. Un capitolo di questo regolamento è dedicato alla tutela dei passeggeri disabili o di mobilità ridotta, garantendo loro «condizioni paragonabili a quelle degli altri cittadini». Tra l’altro i disabili dovranno poter contare sull’accessibilità delle stazioni, delle banchine, del materiale rotabile e degli altri servizi che, nel caso di nuova costruzione o importante ristrutturazione, dovrebbero essere resi «accessibili eliminando progressivamente gli ostacoli fisici e gli impedimenti funzionali».INTERNET PIU’ SICURO PER I BAMBINIStanziando 55 milioni il Parlamento ha varato un programma che mira a proteggere i minori che usano Internet e altre tecnologie di comunicazione, compresi i telefoni cellulari. Il programma prevede iniziative per l’informazione del pubblico, la lotta alla diffusione di contenuti illeciti e i comportamenti dannosi in linea, la promozione di un ambiente on line più sicuro. Un’attenzione particolare è riservata alla pedopornografia e all’adescamento on line. D’altro canto alcuni Paesi, Francia in testa, stavano per ottenere una direttiva che avrebbe permesso «in via amministrativa» di privare di Internet gli utenti che dalla rete scaricano testi, musiche o video aggirando i diritti d’autore: l’Europarlamento ha bloccato il tentativo, e chiede che per privare di Internet un cittadino debba intervenire una decisione giudiziaria, a garanzia di un diritto di utilizzare un servizio ormai considerato essenziale nella vita di ogni giorno.INQUINAMENTO DEI MARIIl Parlamento ha ottenuto dai 27 governi, alcuni riluttanti, l’entrata in vigore di sette direttive sulla sicurezza delle navi, le petroliere innanzitutto, in un pacchetto di regole scritte in seguito alla vicenda della Erica, naufragata nel 1999 al largo delle coste francesi riversando 37mila tonnellate di nafta sulle spiagge della Bretagna. Ci sono voluti anni di battaglie tra Europarlamento, consiglio dei ministri dell’Ue e Commissione prima che il mese scorso, sotto la pressione parlamentare, i governi accettassero misure per ostacolare l’uso delle bandiere ombra e per obbligare gli armatori ad assicurarsi contro i danni provocati dalle loro navi.FINANZA, BANCHE E SPECULAZIONEIn piena crisi finanziaria ed economica, nonostante le reazioni dei risparmiatori taglieggiati dalla bolla speculativa, molti governi esitano a varare una nuova disciplina dei mercati finanziari che eviti nuove fiammate di speculazione e quindi altre crisi: alcuni bloccano (Londra, Lussemburgo) ma il Parlamento ha premuto sulla Commissione europea che la settimana scorsa ha finalmente presentato proposte, su cui discuteranno i leader dei 27 nel vertice di metà giugno. Intanto il mese scorso è stato approvato un regolamento per migliorare la trasparenza delle operazioni finanziarie, rafforzare la supervisione del sistema e limitare la dimensione dei rischi finanziari che i grandi operatori possono assumere sul mercato. È solo un primo passo ma è destinato a tutelare d’ora in poi il pubblico: a cominciare dai piccoli risparmiatori-investitori, compresi quelli che si sono affidati a fondi pensione di solidità incerta.