Nella prima giornata del vertice impegni, ma niente fondi. La prima giornata del vertice Fao di Roma conferma gli accordi della vigilia: per ora nessuno dei 192 Paesi dell'organizzazione Onu accetta di impegnare nuovi fondi per combattere la fame nel mondo. Gli impegni rimangono quelli fissati dal vertice G8 dell'Aquila, ma il summit di Roma mostra una nuova consapevolezza politica sui temi dell'alimentazione. La dichiarazione finale si apre con la conferma del fatto che "i governi rafforzeranno i loro sforzi per dimezzare il numero degli affamati entro il 2015". Per raggiungere quegli obiettivi non ci saranno però nuovi impegni finanziari: mancano insomma quei 44 miliardi di dollari all'anno che il direttore generale della Fao Jacques Diouf aveva chiesto nei giorni scorsi. Un fatto per cui lo stesso Diouf si è detto amareggiato: "Sono soddisfatto che si sia arrivati a un consenso sulla dichiarazione e che ci sia stata unanimità", sostiene il direttore generale della Fao, spiegando ai giornalisti che sarebbe stato "molto peggio litigare in questa sede". "Ma non sono soddisfatto che alcune delle mie proposte non siano state accolte", ammette ancora Diouf, "devo accettare questo fatto". Incalzato dalle domande in conferenza stampa durante la quale gli si chiede la ragione di un documento privo di impegni finanziari precisi, il numero uno della Fao replica ricordando che in effetti "finora ci sono state solo promesse, mentre io non ho ancora visto i soldi".
La dichiarazione finale. Negoziata fino all'ultimo dagli ambasciatori dell'organizzazione Onu, la "Dichiarazione finale di Roma" è un testo di 41 paragrafi che si compone di un preambolo, di una definizione degli obiettivi, tra cui in primis viene ribadito proprio il primo obiettivo dei Millennium Goals (dimezzamento della povertà entro il 2015). Su questo tema è stato raggiunto un compromesso forse poco onorevole per gli stati membri della Fao: qualcuno aveva proposto realisticamente di modificare al 2025 la data-obiettivo. Con il numero delle persone affamate che per la prima volta è salito sopra il miliardo, confermare un obiettivo come quello del 2015 è assolutamente irrealistico. Ma la maggioranza non ha voluto assumersi l'onere di scrivere nero su bianco che quell'obiettivo non potrà mai essere raggiunto.
Il Papa: «Eliminare la cause della fame». «La Terra può nutrire tutti i suoi abitanti - ha detto Benedetto XVI nel suo discorso, tenuto in francese, alla Fao -. Bisogna dunque vincere la lotta alla fame e alla malnutrizione». Il Papa ha parlato della «deprecabile» pratica di distruggere derrate alimentari per finalità di tipo economico e commerciale. E ha sottolineato la necessità di affrontare il problema in una prospettiva di lungo periodo con investimenti nello sviluppo rurale, infrastrutture, trasporti, diffusione di tecniche agricole appropriati. «Il cibo viene spesso considerato alla stregua di tutte le altre merci - ha poi evidenziato mettendo in risalto soprattutto lo sviluppo diseguale tra le nazioni nelle diverse parti del mondo e precisando che la fame non dipende dalla crescita demografica - e quindi vanno ripensati i meccanismi della distribuzione alimentare».
Berlusconi: «Arrivare a date certe». Silvio Berlusconi, aprendo la parte operativa dei lavori del vertice Fao sull'alimentazione, torna a ricordare che uno degli impegni principali attesi da questo summit è quello di "arrivare a date certe per le contribuzioni da parte di ciascun Paese e a modalità altrettanto certe per cui gli aiuti giungano effettivamente agli agricoltori, ed ai piccoli agricoltori soprattutto".
Diouf: «Non aspettiamo che ci siano rivolte per il cibo». Non aspettiamo che ci siano le rivolte per il cibo, come quelle che nel 2007 e nel 2008 sono esplose in 22 paesi e hanno provocato morti e feriti minacciando la stabilità dei governi e la pace globale, per affrontare il dramma del miliardo di persone che, nell'era in cui viaggiamo sulla luna e nello spazio, soffrono la fame. È questo il monito e l'appello lanciato da Jacques Diouf nel discorso di apertura del vertice della Fao, rinnovando l'auspicio che i leader venuti a Roma possano finalmente passare dalle promesse ad azioni "concrete"."Un miliardo di persone soffre la fame, vale a dire uno ogni gruppo di sei nel mondo, 105 milioni in più rispetto al 2008. cinque bambini muoiono di fame ogni 30 secondi - ha detto il direttore generale della Fao che indossa gli abiti tradizionali senegalesi - questi sono i nostri tragici risultati nell'era moderna in cui la nostra tecnologia ci permette di andare sulla luna e sulle stazioni spaziali". "È triste - ha aggiunto - che solo quando ci sono 'food riot' la fame diventi una preoccupazione grave sfortunatamente questo interesse sembra diminuire quando altri problemi vengono in primo piano nell'agenda internazionale, sebbene tutte le nubi scure che hanno portato alle precedenti crisi continuino ad accumularsi in cielo".
Ban Ki-moon: «Oggi moriranno 17mila bambini». Oggi, giorno in cui si apre a Roma il vertice mondiale sulla sicurezza alimentare della Fao, "oltre 17 mila bambini moriranno di fame: uno ogni 5 secondi, 6 milioni in un anno". Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-Moon inizia con questo dato terribile il suo intervento al summit, sostenendo come sia "inaccettabile" che oltre un miliardo di persone oggi soffrano la fame. "Ieri ho digiunato -ha detto Ban, che ha aderito all'appello del direttore generale della Fao Jacques Diouf per un giorno senza cibo alla vigilia del vertice- non è stato facile. Ma per troppe persone stare senza cibo è una realtà quotidiana"."La crisi alimentare di oggi è un campanello d'allarme per il domani. Entro il 2050 sappiamo, il nostro pianeta ospiterà 9,1 miliardi di persone, oltre 2 miliardi di più che adesso -ha aggiunto il numero uno del Palazzo di Vetro- entro il 2050 sappiamo che avremo bisogno di oltre il 70% di più di cibo". Ban ha riconosciuto quindi che lo scorso anno c'è stato "qualche progresso: le nazioni hanno posto la sicurezza alimentare in cima all'agenda globale, ci sono stati sforzi coraggiosi per mobilitare più risorse finanziarie, migliorare le politiche, costruire partnership e si è convenuto sulla necessità di riformare il modo in cui l'agricoltura globale è guidata".
Schifani: «Impegno da tradurre in azioni concrete». "Dar da mangiare agli affamati non è solo un imperativo che agita le coscienze ma deve tradursi in azioni concrete, nell'impegno continuo e coerente della società civile e delle istituzioni a tutti i livelli". È un passaggio dell'intervento del presidente del Senato, Renato Schifani, nel discorso di apertura del summit mondiale sulla sicurezza alimentare organizzato dalla Fao a Roma. "Un impegno - ha aggiunto la terza carica dello Stato - che dai Paesi dell'Africa, così duramente colpiti, negli ultimi anni, dall'effetto combinato della penuria di risorse e delle calamità provocate dai cambiamenti climatici, si estenda a tutte le aree del mondo nelle quali si registrano problemi strutturali di sottoalimentazione".
Napolitano: «Più impegno dai Paesi ricchi». Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare ha inviato, al Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Direttore Generale della Fao e alle autorità partecipanti un messaggio nel quale sottolinea come "nel 2009 circa un miliardo di persone ha sofferto la fame". "Questa drammatica realtà, aggravata ulteriormente dalla crisi economica e finanziaria - sottolinea il capo dello Stato - nonpuò lasciare indifferenti. Proprio la crisi economica e finanziaria insegna che ricchezza e benessere hanno valore se largamente e equamente distribuiti. È tempo di un rinnovato impegno da parte della comunità internazionale, specie dei Paesi più ricchi, per sconfiggere la povertà e per porre le basi di uno sviluppo sostenibile e diffuso. L'Italia è da sempre impegnata in prima fila, al fianco delle Nazioni Unite e della Fao, nel quadro del G8 e dell'Unione europea, per sconfiggere la fame nel mondo e per affermare ovunque i principi universali del diritto alla vita, alla dignità, a una condizione ambientale vivibile e a un modello di sviluppo che abbia a cuore l'elevamento della condizione umana".
L'attesa del vertice. Tutto è pronto per il taglio del nastro del nuovo Vertice mondiale per la sicurezza alimentare che fino al 18 novembre terrà a Roma diverse decine di capi di stato e di Governo, in particolare del Sud del mondo, a discutere il nuovo piano d'azione per fermare l'escalation della fame che ha trascinato nell'insicurezza alimentare oltre un miliardo di persone, oltre 200 milioni negli ultimi due anni. L'agenda dell'incontro prevede alle 9.00 l'apertura dei lavori con l'intervento di prolusione del direttoregenerale della Fao Jacques Diouf, gli interventi del presidente del Senato Renato Schifani, del segretario generale dell'Onu Ban Ki moon e del sindaco di Roma Gianni Alemanno, cui seguirà l'elezione del presidente della sessione, cioè il premier italiano Silvio Berlusconi in qualità di presidente del Consiglio del paese ospite.Verso le undici è previsto l'arrivo e l'intervento di Papa Benedetto XVI, che subito dopo dovrebbe incontrare, in una saletta privata, alcuni leader africani. Poi ci sarà l'intervento di tutti gli altri capi di stato: dal libico Gheddafi, all'egiziano Mubarak, al brasiliano Lula.L'adozione della Dichiarazione del summit, prevista per la fine della mattina, è stata postposta al pomeriggio a seguito delle molte resistenze incontrate dal documento. Dalle prime anticipazioni, sembra facciano discutere l'eliminazione di tutte le date-limite indicate per il dimezzamento del numero degli affamati nel mondo (obiettivo fissato nella Dichiarazione del Millennio del 2001 al 2015) e l'indicazione nella Task force sulla sicurezza alimentare guidata dal Segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon come "cabina di regia" della nuova governance sul cibo, sottratta così al controllo diretto dei Governi.Una scelta che fa molto discutere anche i movimenti contadini che hanno annunciato per le 10 e le 12 all'incirca, due momenti di azione-mobilitazione di fronte al quartier generale della Fao. Una conferenza stampa di Diouf e dello stesso Ban Ki Moon, prevista previsionalmente intorno alle 17.00 dovrebbe sciogliere tutte le incertezze su agenda e priorità assunte.