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Arabia Saudita. Il pellegrinaggio alla Mecca «congela» gli scontri regionali

Camille Eid giovedì 31 agosto 2017

La salita dei pellegrini al monte Arafat (Ansa)

Al via l’Hajj, il pellegrinaggio islamico verso La Mecca che ogni musulmano deve compiere almeno una volta nella vita, se ne ha i mezzi. A partecipare, quest’anno, oltre 1,7 milioni di fedeli giunti dall’estero, in maggioranza per via aerea. I cinque giorni di rituale, che si sono aperti ieri nella valle di Mina, proseguono oggi con la sosta sul Monte Arafat.

A partire da domani, invece, cominciano i tre giorni dello Eid al-Adha o festa del sacrificio: con il rituale giro attorno alla Kaaba, alla Mecca). Il pellegrinaggio di quest’anno giunge nel mezzo della crisi diplomatica fra il Qatar e alcuni Paesi arabi (Arabia Saudita, Emirati, Bahrein ed Egitto) che accusano Doha di avere legami con i gruppi dell’estremismo islamico e di essersi riavvicinato all’Iran. Nonostante avesse chiuso la frontiera con il Qatar lo scorso 5 giugno, Riad ha permesso a 1.340 cittadini dell’emirato di partecipare all’Hajj per e- vitare accuse di politicizzazione di questa occasione religiosa.

Ma il paradosso è un altro. Tra i pellegrini ci sono anche decine di migliaia di iraniani. L’anno scorso gli iraniani non erano stati autorizzati a recarsi in Arabia Saudita dopo la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi seguita all’esecuzione di un leader religioso sciita nel regno saudita e il successivo assalto all’ambasciata di Riad in Iran. Rigide le misure di sicurezza: alme- no 100mila agenti delle forze di sicurezza sono stati dispiegati per l’occasione, insieme ad aerei per la vigilanza e a 5.700 telecamere installate nei luoghi frequentati dai pellegrini. La protezione civile è in allerta per evitare gravi incidenti. In passato è successo: fra i più gravi incidenti c’è la calca che si sviluppò nel 2015, in cui morirono circa 2300 pellegrini, dei quali 464 iraniani.