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Usa. La strage di bambini in Texas: la comunità cristiana vicina alle famiglie

I.Sol. giovedì 26 maggio 2022

"Andate dentro! Andate dentro!". È quanto avrebbe gridato una donna agli agenti di polizia che si trovano all'esterno della Robb Elementary di Uvalde dove Salvador Ramos stava sparando contro i bambini e gli insegnanti della scuola elementare. Ma gli agenti avrebbero esitato ad entrare, hanno raccontato testimoni ai media americani affermando che le forze di polizia "potevano fare di più, non erano preparati".
Secondo quanto riferito dal direttore del dipartimento di Pubblica Sicurezza, Steve McCraw, l'assalitore sarebbe rimasto all'interno della scuola tra 40 minuti e un'ora. Secondo le ricostruzioni della dinamica dell'attacco finora fornite, Ramos al suo arrivo alla scuola ha avuto un "contatto" con gli agenti ed ha aperto il fuoco, ferendone due. Poi è entrato nell'edificio e si è barricato in una classe iniziando a sparare ed uccidere i bambini e le maestre.

È stato fermato solo quando è arrivata un'unità tattica del Border Patrol - a disposizione perché Uvalde è vicino al confine con il Messico - ed è intervenuta. Ma anche qui ci sarebbero stati problemi, perché gli agenti non riuscivano ad aprire la porta ed hanno dovuto cercare la chiave. McCraw ha quindi spiegati che sono trascorsi tra i 40 minuti ed un'ora da quando Ramos ha sparato contro gli agenti di sicurezza a quando l'unità tattica è intervenuta e l'ha ucciso.

A un giorno di distanza dalla strage alla scuola elementare di Uvalde, in Texas, emergono nuovi dettagli: in particolare su Salvador Ramos, l'uomo armato che ha ucciso 19 bambini e due insegnanti che aveva pubblicato un messaggio online avvertendo che avrebbe sparato a una scuola elementare pochi minuti prima di attaccare la Robb Elementary School di Uvalde. Lo ha precisato il governatore del Texas Greg Abbott, quando sono emersi nuovi dettagli strazianti del massacro.

L'uomo armato, la cui furia è finita soltanto quando la polizia gli ha sparato e lo ha ucciso, martedì aveva anche inviato un messaggio dicendo che avrebbe sparato a sua nonna, seguito da un altro post su Internet che confermava di averlo fatto, ha proseguito il governatore Abbott in una conferenza stampa.
Va precisato che i post online dell'assassino sono stati pubblicati su Facebook, ha aggiunto il governatore, ma i portavoce della società madre di Facebook, Meta Platforms, hanno affermato che si trattava di messaggi privati ​​scoperti dopo la sparatoria. La società ha rifiutato di dire chi ha ricevuto i messaggi o quale delle piattaforme Meta, come Messenger o Instagram, sia stata utilizzata per inviarli.

Tornando alla dinamica dei fatti, la nonna, colpita in faccia prima che il nipote lasciasse la casa che condividevano e attaccasse la scuola, è sopravvissuta e ha chiamato la polizia. Salvador Ramos, 18 anni, però non le aveva detto che stava per commettere quella che ora è considerata la sparatoria più mortale in una scuola statunitense in quasi un decennio.

Fuggendo da casa di sua nonna, Ramos si è schiantato con la sua auto vicino alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, a circa 130 km a ovest di San Antonio, poi è riuscito a sfuggire a un paio di agenti di polizia della scuola che lo avevano visto. Le autorità hanno offerto, effettivamente, pochi dettagli riguardo all'iniziale incontro di Ramos e coi poliziotti, poiché probabilmente diventeranno il centro delle indagini.
Ramos è quindi entrato nella scuola attraverso una porta sul retro portando un fucile semiautomatico simile all'AR-15 e si è recato in un'aula di quarta elementare dove ha sparato a tutte le persone che sono state uccise, 19 bambini e due insegnanti che erano con loro.
Le autorità hanno affermato che aveva acquistato legalmente due fucili e 375 colpi di munizioni giorni prima della sparatoria.
Nel frattempo, la polizia ha circondato l'edificio, rompendo le finestre per aiutare i bambini e il personale a fuggire. Anche gli agenti della pattuglia di frontiera degli Stati Uniti hanno risposto e sono entrati nell'edificio per affrontare l'assassino, con un agente ferito "nel fuoco incrociato", hanno detto i funzionari della sicurezza nazionale.

Alla fine, Ramos, senza precedenti penali o precedenti di malattie mentali, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dalle forze dell'ordine; mentre altre 17 persone hanno subito ferite non mortali. Tra i feriti anche diversi bambini sopravvissuti agli spari nella loro classe, ha detto il portavoce del Dipartimento di pubblica sicurezza del Texas Chris Olivarez.

La comunità cattolica di Uvalde ha assistito le vittime della sparatoria di massa nella scuola elementare Robb, in Texas. L'arcivescovo di San Antonio, insieme ai sacerdoti e a tutta l'arcidiocesi, si sono attivati non appena hanno appreso della tragedia: "Invitiamo le persone solo a pregare affinché l'amore di Dio prevalga", ha raccomandato l'arcivescovo Gustavo García-Siller.

García-Siller ha visitato martedì l'ospedale e il centro civico di Uvalde, dove si sono radunate le famiglie dei bambini scomparsi.

Ansa

Quella sera ha celebrato la Messa nella chiesa cattolica della città, il Sacro Cuore. Con lui c'erano padre Jaime Paniagua di Del Rio e padre Matthew De León di Sabinal. “Abbiamo, già da martedì, fatto sì che diaconi, sacerdoti e suore fossero disponibili per la preghiera, per l'ascolto”, ha raccontato l'arcivescovo di San Antonio alla Catholic News Agency, “che è stata la cosa principale che le famiglie direttamente colpite hanno chiesto”.

Abbiamo parlato con le autorità, abbiamo parlato con il personale, i medici, gli infermieri. E siamo stati in grado di visitare il pronto soccorso con alcuni dei feriti, con le famiglie, con i bambini”, ha raccontato padre Paniagua. “In alcuni casi i genitori non erano ancora arrivati ed eravamo lì al pronto soccorso con il dottore e il bambino e pregavamo con loro".

Eravamo presenti anche quando diverse famiglie hanno ricevuto la notizia della morte dei loro figli”, ha aggiunto, “potendo pregare per loro”.

Le vittime incontrate da Paniagua includevano un agente della pattuglia di frontiera colpito da un proiettile, una ragazza con una ferita da arma da fuoco e una ragazza il cui volto era ferito da frammenti, ha riferito il Washington Post. Quest'ultima "era molto loquace, descriveva cosa è successo, passo dopo passo", ha spiegato il sacerdote. “Quando è avvenuta la sparatoria, ha tenuto la mano di un'altra ragazza e stavano urlando. Il loro insegnante li ha protetti ma hanno visto sparare su di lui".

La Caritas diocesana, ha aggiunto l'arcivescovo di San Antonio, García-Siller, sta fornendo consulenza e ascolto. E, ha aggiunto, “stiamo aprendo un conto per invitare le persone a fare offerte per tutti i funerali” e tutto ciò di cui le famiglie delle vittime hanno bisogno, comprese le spese di viaggio, alloggio, cibo e assistenza legale.

Anche il vescovo di Piedras Negras, che si trova in Messico vicino al confine, è andato subito a Uvalde dopo la sparatoria per portare parole di conforto. Le due città sono collegate, ha detto García-Siller, poiché molte persone di Uvalde provenivano originariamente da Piedras Negras.




Reuters

Come si fa dire che "le pistole non sono il problema" dopo che un uomo armato ha ucciso almeno 19 bambini e due insegnanti in una scuola elementare del Texas? Se l'è chiesto il vescovo di Brownsville, in Texas, Daniel Flores il 25 maggio, il giorno dopo la sparatoria. “Sacralizziamo gli strumenti della morte e poi siamo sorpresi che la morte li usi”, ha scritto su Twitter. “Non dirmi che le armi non sono il problema, le persone sì. Sono stufo di sentirlo. L'oscurità prende prima i nostri bambini che poi uccidono i nostri bambini, usando le pistole che sono più facili da ottenere dell'aspirina", ha detto Flores.

È stata una delle tante risposte dei vescovi cattolici negli Stati Uniti dopo che un uomo armato di 18 anni ha aperto il fuoco contro la Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, a circa 130 chilometri a ovest di San Antonio. Tra le vittime c'erano studenti di 10 anni in quarta elementare e due delle loro insegnanti.

Il cardinale Seán O'Malley di Boston è stato uno dei vescovi sui social media ha condiviso la sua reazione all'"impensabile perdita di tante giovani vite innocenti". “La nostra nazione è diventata troppo spesso un luogo di crimini indicibili di violenza armata che hanno causato troppe vite, anche se nessuna più straziante di bambini innocenti. Dobbiamo agire per fermare questa carneficina insensata”, ha scritto O'Malley. “Preghiamo per le famiglie in lutto e per la comunità di Uvalde, le cui vite sono cambiate per sempre. In questo momento li abbracciamo con preghiere per la pace e la guarigione mentre raccomandiamo al Signore i perduti, consolati dalla promessa della vita eterna”, ha scritto il cardinale su Twitter.

Anche il cardinale Blase Cupich di Chicago ha pubblicato un lungo thread su Twitter, evidenziando come i genitori della scuola elementare di Uvalde abbiano dovuto affrontare "un ritardo nell'identificazione delle vittime: tale era l'entità del danno arrecato ai corpi di questi bambini dalle armi dell'assassino". Cupich ha condiviso le statistiche sull'aumento della violenza armata negli Stati Uniti nel 2020 e ha osservato che la riunione annuale della National Rifle Association si terrà in Texas questa settimana. Ha scritto: “Mentre rifletto su questo ultimo massacro americano, continuo a tornare alle domande: chi siamo come nazione se non agiamo per proteggere i nostri figli? Cosa amiamo di più: i nostri strumenti di morte o il nostro futuro?”. “Il Secondo Emendamento non è arrivato dal Sinai. Il diritto di portare armi non sarà mai più importante della vita umana. Anche i nostri figli hanno dei diritti. E i nostri funzionari eletti hanno il dovere morale di proteggerli", ha detto Cupich.