Non è ancora legge, ma è il primo passo e un segnale chiaro, il voto alla Camera dei rappresentanti Usa con una larga maggioranza (407 favorevoli e 19 contrari) di una
proposta di legge che prevede una stretta sul sistema di esenzione dei visti per l'ingresso nel Paese.
Oggetto del provvedimento è il cosiddetto 'Waiver Visa
program' che interessa i cittadini di 38 Paesi (anche l'Italia)
cui al momento è consentito l'ingresso negli Stati Uniti, e per
una permanenza di 90 giorni al massimo, senza la necessità di
richiedere un visto. I cambiamenti proposti revocherebbero
questa possibilità,
rendendo necessario appunto il visto, per
chiunque abbia visitato Iraq e Siria - e secondo alcune fonti
anche l'Iran- negli ultimi cinque anni, anche se provenienti da
Paesi fino ad ora esenti.
La proposta - appoggiata dalla Casa Bianca - era stata
avanzata dopo gli attacchi di Parigi. Non è un caso infatti che
interessi il "Waiver Visa program' applicato a cittadini
provenienti tra gli altri da Belgio e Francia, la provenienza
della gran parte degli attentatori che hanno colpito Parigi lo
scorso novembre, ed è presentato non come l'introduzione di una
restrizione tout-court ma come una stretta sui controlli.
Non si
tratta inoltre di una legge a se stante, ma di un provvedimento
nell'ambito di una legge di bilancio di fine anno il cui testo
complessivo è in questi giorni in fase di 'limaturà al
Congresso e la cui approvazione finale è attesa per la fine
della settimana.
"Ci sono oltre 5000 individui che hanno
passaporti occidentali compresi in questo programma e che sono
stati in Iraq o Siria negli ultimi cinque anni", ha sottolineato
il leader della maggioranza repubblicana alla Camera Kevin
McCarthy, "queste sono le lacune su cui dobbiamo intervenire".
"Ci aiuterà a neutralizzare la minaccia dell'ingresso nel
nostro Paese di terrorisi stranieri", ha aggiunto lo speaker
della Camera Paul Ryan.
Del resto in queste ore più che mai dà da pensare una lista
di "precedenti", si ricorda così Richard Reid, "l'uomo delle
scarpe bomba", che nel 2001 si imbarcò su un volo da Parigi a
Miami senza visto. O Zacarias Moussaoui, tra gli attentatori
dell'11 settembre che aveva in precedenza viaggiato da Londra a
Chicago con un passaporto francese e senza visto.
Così la proposta raccoglie consensi bipartisan (i democratici alla Camera garantiscono di aver lavorato affinchè il testo risultasse "ragionevole" e "misurato"), al contrario di quanto accaduto alcune settimane fa quando, all'indomani degli attacchi di Parigi, la Camera si è spaccata sul programma per
l'accoglienza negli Stati Uniti di rifugiati siriani, suscitando
l'ira del presidente Barack Obama e mettendo a rischio i suoi
annunciati impegni a riguardo, con l'espediente di un taglio di
budget poi "risparmiato" al Senato. Questa volta però le chance
che il provvedimento passi in maniera definitiva sono più alte.
Allo stesso tempo, e in maniera del tutto separata, si sta
lavorando anche su un possibile intervento sul programma che
consente di entrare negli Usa da coniuge o fidanzato e usato da
Tashfeen Malik, la killer del commando di San Bernardino.