Massacro nel locale gay in Florida. Usa, strage di Orlando: altri indagati
lunedì 13 giugno 2016
Dopo l'11 settembre 2001 gli Stati
Uniti piangono la più sanguinosa carneficina della loro storia. Un
americano di 29 anni, Omar Mateen, nato a New York ma di origini
afgane, armato con un fucile d'assalto nella notte tra sabato e domenica ha aperto il fuoco in un
locale gay a Orlando in Florida e ha ucciso 49 persone e ne ha ferite
53 prima di essere ucciso dalla polizia."È in corso un'indagine su altre persone" ha reso noto il procuratore Lee Bentley, da Orlando. "Le indagini sono in corso, siamo ancora nelle fasi iniziali. Non sappiamo - ha aggiunto - se qualcun altro sarà incriminato per questo crimine".LA STRAGE. Armato di
un fucile d'assalto e una pistola, l'assassino ha cominciato a
sparare all'impazzata all'esterno, mietendo le prime
vittime fra uomini della sicurezza e poliziotti, e poi nel locale
in cui si trovavano all'incirca 320 persone. Erano all'incirca le 2 di notte. Molti sono riusciti
a fuggire, ma in circa 30 sono rimasti bloccati con l'assalitore
che si è barricato dentro. C'è chi si è nascosto in bagno, chi ha
cominciato a inviare smso messaggi sui social network per
lanciare l'allarme. Sul posto sono arrivati oltre 100 agenti di
polizia che dopo tre ore hanno fatto irruzione uccidendo
l'assalitore.FEDELTA' AL DAESH. La polizia di Orlando ha confermato che il killer ha telefonato al 911 giurando fedeltà al Daesh. Lo ha dichiarato il capo della polizia John Mina durante una conferenza stampa in cui ha spiegato che Mateen ha cercato di negoziare con le autorità quando hanno fatto irruzione nel club Pulse.SCHEDEEcco chi era il killer di Orlando | Chi erano le vittime: nomi e storieOBAMA: SOLIDARIETA'. Il presidente Barack Obama, che ha ordinato bandiere a mezz'asta
su tutti gli edifici pubblici fino a giovedì sera, ha parlato di "un
atto di terrore e di odio", ha esortato "tutti gli americani a
restare uniti e a non cedere alla paura", ha espresso sostegno alla
comunità gay americana ma non ha citato la pista del terrorismo
islamico. Questo prima che l'Fbi confermasse che Mateen ha chiamato
la polizia locale prima di commettere la carneficina, giurando
fedeltà al Daesh, e dopo che l'agenzia Amaq, mezzo di comunicazione
privilegiato del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi, ha
rivendicato la paternità dell'attentato, o quanto meno l'ha fatta
propria, sostenendo che: Mateen "era uno di noi".TRUMP ATTACCA ISLAMISTI. La pista del terrorismo islamico, sostenuta con forza in chiave
politica dal candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump,
che ha rivendicato di aver "avuto ragione a lanciare l'allarme per il
radicalismo islamico", si sovrappone (senza escludersi) a quella
dell'odio contro la comunità Lgbt (gay, lesbiche, bisessuali e
transessuali) che frequentava il locale di Orlando, teatro del
massacro.La preghiera e la «compassione» del PapaLa solidarietà nel mondo: guarda le fotoTROPPE ARMI. A queste si aggiunge, come in ogni sparatoria negli Usa, la
polemica contro le regole permissive con cui negli Usa si può
acquistare una fucile o una pistola grazie alla potente lobby della
National Riffle Association che protegge l'anacronistico (risale al
1791) II emendamento della Costituzione. Su questo punto, in
particolare, Obama, come dopo tutte le altre carneficine che
periodicamente insanguinano gli Stati Uniti, è tornato a denunciare
che in America è troppo facile procurarsi un'arma.