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GUERRA NEL MAGHREB. "Fuoco amico" in Libia, la Nato esprime «rammarico» per i morti

venerdì 8 aprile 2011
Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rassmussen, ha espresso rammarico per la morte dei cinque ribelli durante l'attacco contro una colonna di tank vicino al porto di Brega, nella Libia orientale. È stato un "incidente sfortunato. Si tratta di un episodio molto spiacevole", ha detto Rasmussen al canale televisivo dell'Alleanza. Questa mattina l'ammiraglio Russell Harding, vice comandante delle operazioni in Libia, si era rifiutato di scusarsi per l'attacco, affermando che l'Alleanza non era a conoscenza dell'utilizzo di carri armati da parte degli insorti.Mustafa Abdul Jalil, capo del Cnt (Consiglio nazionale transitorio di Bengasi) martedì sarà ricevuto a Roma - secondo quanto si apprende - anche dal premier Silvio Berlusconi. Jalil, nella sua prima visita in Italia dopo che Roma ha riconosciuto il Cnt quale unico legittimo interlocutore libico, vedrà il ministro degli Esteri Franco Frattini e potrebbe avere altri contatti "ad alto livello".Misurata resta lo snodo vitale per i rifornimenti ai civili. In questi giorni è circondata dalle truppe del regime e le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per far cessare i combattimenti e garantire così l'assistenza ai feriti, dopo l'impegno assunto nel difendere la città ormai sotto assedio da più di 40 giorni. Da una settimana si combatte a Brega per strapparla dal controllo dei lealisti. Al Jazeera, citando sue fonti, ha riferito che gli insorti hanno riguadagnato terreno attorno alla città a spese delle truppe del Colonnello.Non si arrestano dunque le azioni militari: in un raid aereo, tre forti esplosioni sono state udite ieri nella periferia est di Tripoli. La Nato ha poi colpito le forze filo-Gheddafi a Misurata e in un attacco contro un serbatoio militare vicino alla città orientale di Brega sono rimasti uccise cinque persone, fra cui due ribelli, e una decina di feriti. Lo hanno riferito testimoni e fonti ospedaliere. Secondo la Bbc, inoltre, raid Nato che hanno colpito la periferia di Ajdabiya hanno ucciso 13 persone.Informazione confernata indirettamento dallo stesso Russ Harding, che però non è stato in grado di fornire una cifra precisa. "Non è compito nostro dirvi quanti morti ci sono stati e non è nostro compito migliorare comunicazione con i media - ha detto - ma il nostro obiettivo è risolvere la grave situazione politica e ridurre al minimo i morti; chiederò alla Nato di verificare e fornirvi una casistica dettagliata sul numero delle vittime".Per il terminale petrolifero di Sarir, in mano ai ribelli e colpito da bombardamenti, gli insorti hanno dato la colpa alle forze fedeli al rais dopo che il viceministro degli esteri, Khaled Kaim, aveva chiosato che si era trattato di un raid Nato compiuto da aerei britannici. L'Alleanza ha tuttavia smentito ogni coinvolgimento, respingendo al mittente le accuse.Un commando di forze speciali francesi è stato invece dato disperso ieri nell'area desertica di Al Hamada Al Hamrah, nel sud ovest della Libia. Poi, voci non ufficiali, hanno sostenuto che sarebbe stato tratto in salvo. Secondo il quotidiano algerino 'Al Khaber' l'unità era impegnata in una missione per contrastare flussi di armi, mercenari e terroristi.Intanto il primo ministro turco, Recep Tayyp Erdogan, ha annunciato, senza fornire dettagli, una "road map" per l'uscita dalla crisi e ha chiesto alle truppe fedeli al colonnello Muammar Gheddafi di ritirarsi dalle città ribelli sotto assedio e permettere così di attivare corridoi umanitari. Una proposta, per ora, respinta dagli insorti. Diversa la posizione di Madrid: a quanto si apprende ex membri dell'esercito spagnolo (circa una trentina) stanno infatti addestrando gli insorti libici al conflitto. Il team era stato inviato in Libia per recuperare i dipendenti nei primi giorni della crisi. Poi, i soldati hanno deciso di rimanere su "base volontaria". Mercoledì prossimo, infine, si riunirà a Doha, in Qatar, il gruppo di contatto sulla Libia, che ha "l'incarico di garantire la gestione politica dell'intervento militare e l'applicazione delle risoluzioni Onu". Lo ha annunciato il ministro degli Esteri francese Alain Juppè in un'audizione al Senato, precisando che Parigi sta cercando "di convincere l'Unione africana ad essere presente". Il capo della diplomazia francese ha poi anche sottolineato di voler incontrare i membri del Consiglio nazionale di Bengasi lunedì, al Consiglio dei ministri degli Esteri europei.Un missione dell'Onu partirà domenica prossima per la Libia per controllare eventuali violazioni dei diritti umani sul campo. Lo ha annunciato il capo missione Cherif Bassiouni. "Non renderemo pubblica la nostra agenda per motivi di sicurezza. L'unica cosa certa è che partiremo domenica e faremo ritorno alla fine del mese".