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USA. Washington, sparatoria nella sede della Marina Almeno dodici morti

lunedì 16 settembre 2013
È di almeno 12 morti il primo bilancio ufficiale fornito dalla polizia di Washington della sparatoria nella base della marina di 'Navy Yard' nella capitale. Non è ancora chiaro cosa abbia spinto gli autori della strage ad aprire il fuoco. Il capo della polizia Cathy Lainer ha aggiunto che gli agenti stanno ancora dando la caccia a due aggressori. Uno è un uomo bianco che indossava un'uniforme della marina beige, mentre il secondo è un afroamericano che indossava una divisa da fatica, verde militare. Il terzo killer è stato ucciso. Le notizie sono arrivate in maniere frammentaria, e le operazioni della polizia sono ancora in corso.Le testimonianze. Secondo le prime testimonianza, al quarto piano un uomo ha aperto il fuoco sulla gente che in quel momento affollava la sottostante caffetteria dell'edificio dove ha sede il Naval Sea Systems Command. Due testimoni, impiegati della Naval Yard, hanno riferito alla Cnn di essersi trovati davanti un uomo armato, che hanno descritto come alto, con la carnagione scura e vestito di nero, che sparava in un corridoio. Una donna, di nome Terry Durham, ha detto che stava fuggendo assieme ad collega quando ha visto un uomo che ha alzato un fucile contro di loro e ha sparato, colpendo il muro alle loro spalle. "Era alto e sembrava che avesse la pelle scura", ha affermato. Il suo collega, Todd Brundage, ha aggiunto che il killer ha aperto il fuoco "senza dire una parola".Obama: atto codardo. «Faremo il possibile perché ci sia una risposta a questa azione codarda". Lo ha affermato il presidente americano Barack Obama prima di iniziare a parlare di economia in coincidenza con il quinto anniversario dell'inizio del crack, parlando dell'aggressione nei cantieri navali di Washington in cui ci sono numerose vittime. "Non conosciamo ancora tutti i fatti, ma sappiamo che alcune persone sono state colpite, e alcune sono morte", ha affermato Obama precisando che "si tratta di donne e uomini che stavano recandosi al lavoro per proteggere tutti noi, dei patrioti che non si sarebbero aspettati di essere colpiti a casa loro».