Usa. Pena di morte, ignorato l'appello dei vescovi. Ucciso afroamericano
Non si ferma la macchina della morte negli Usa. La nuova esecuzione capitale federale è la prima di un detenuto afroamericano e la settima da luglio, dopo che è stata ripristinata dall'amministrazione Trump. Il detenuto Christopher Vialva, 40 anni, è stato ucciso con una iniezione letale in una prigione governativa a Terre Haute, Indiana. Vialva era stato condannato per un duplice omicidio commesso nel 1999, quando aveva 19 anni e insieme ad un gruppo di teenager dirottò un'auto a Fort Hood, in Texas, sparando alla coppia a bordo, Todd e Stacie Bagley. I loro corpi furono bruciati nel bagagliaio della vettura da un complice, anch'egli condannato alla pena capitale.
Nei giorni scorsi i vescovi Usa avevano chiesto di fermare due esecuzioni: «Diciamo al presidente Trump e al procuratore generale Barr: basta. Fermate queste esecuzioni». «Dopo il primo omicidio registrato nella Bibbia, Dio non pose fine alla vita di Caino, ma piuttosto la preservò, avvertendo gli altri di non uccidere Caino. Come Chiesa, dobbiamo dare un aiuto concreto alle vittime della violenza e dobbiamo incoraggiare la riabilitazione di coloro che commettono violenza», hanno scritto l'arcivescovo Paul Coakley e l'arcivescovo Joseph Naumann.