Stati Uniti. La Camera approva il Floyd Act: primo via libera a riforma della polizia
Una manifestazione nei giorni scorsi a Washington che chiede di tagliare i fondi alla polizia
La Camera dei Rappresentanti statunitense ha approvato un progetto di riforma della polizia per contrastare l'uso eccessivo della forza e le discriminazioni razziali negli Stati Uniti. Un mese dopo i fatti di Minneapolis, dopo la morte dell'afroamericano George Floyd durante un fermo di polizia, il testo di legge - denominato "George Floyd Justice in Policing Act" - è passato con 236 voti favore e 181 contrari. In particolare la legge vieta la stretta al collo, considerata una violazione dei diritti civili.
Votato da soli tre repubblicani, il "George Floyd Act" prevede anche l'istituzione di un registro nazionale, un database per registrare le negligenze e i casi di cattiva condotta dei poliziotti, così come cambiamenti sul fronte dell'immunità qualificata e il divieto di "racial profiling", vale a dire il peso decisivo di fattori razziali o etnici nel determinare l'azione delle forze dell'ordine.
Il testo, presentato a inizio giugno dai democratici, ora passa al Senato, dove non sembra avere chance. Con questa legge "la Camera dei Rappresentanti rende onore alla vita" di Floyd "e di tutte le persone uccise dalla brutalità della polizia, promettendo: mai più", ha dichiarato Nancy Pelosi, speaker democratica della Camera dei Rappresentanti. "Il Senato dovrà scegliere: onorare la vita di George Floyd o non fare nulla", ha aggiunto.
Philadelphia vuole togliere la statua di Cristoforo Colombo
Intanto, dopo le proteste scoppiate nelle ultime settimane, la città di Philadelphia potrebbe non volere più la statua di Cristoforo Colombo. La città ne ha pianificato la rimozione, hanno fatto sapere dall'ufficio del sindaco Jim Kenney. Secondo il primo cittadino di Philadelphia le tensioni tra chi la vuole tenere e chi vuole abbattere la statua sono arrivate al punto di costituire una "situazione preoccupante per la sicurezza pubblica". La città chiederà alla Philadelphia Art Commission di autorizzare la rimozione della statua il 22 luglio.