L'intesa. Usa con Londra e Canberra: triplice alleanza contro la Cina
Il presidente Usa Joe Biden durante l'annuncio sul patto Aukus in videocollegamento con il premier britannico Boris Johnson
L'Europa che dice di esserne stata all’oscuro, la Francia che parla di «pugnalata alle spalle», la Cina che lancia strali su una scelta «estremamente irresponsabile». E la comunità internazionale che si chiede come cambieranno i rapporti tra potenze, all’indomani di un annuncio destinato a spostare più di un equilibrio. Usa, Gran Bretagna e Australia decidono di muoversi insieme nella sfida di questo secolo alla Cina, lasciando indietro tutti gli altri. Una mossa che risponde perfettamente alla volontà americana di spostare i propri interessi geopolitici sul fronte asiatico e il suo asse militare nell’intera regione dell’Indo-Pacifico. Rispetto a un’Unione Europea con troppe teste e troppe voci, Londra e Canberra sono in questo senso per Washington due partner ideali, la prima intenta a prendersi un ruolo globale di primo piano dopo la Brexit, la seconda ormai decisa a vedere Pechino non come un partner ma come una minaccia e a uscire da un certo isolamento.
La partnership sulla sicurezza nell’area indo-pacifica tra i tre Paesi è stata annunciata l’altra sera in tv dal presidente Usa Joe Biden, dal premier britannico Boris Johnson e dal primo ministro Scott Morrison con un discorso in cui la Cina non è stata mai nominata, ma è evidente l’obiettivo di contrastare il Dragone a casa sua, anche con il sostegno all’Australia per lo sviluppo di sottomarini a propulsione nucleare. Il patto “Aukus” è destinato a rafforzare la cooperazione nelle tecnologie di difesa avanzate e migliorerà, ha detto Biden, «la nostra capacità di affrontare le minacce del XXI secolo». «Il futuro di ciascun Paese e del mondo dipende dalla libertà nell’area Indo-Pacifica», ha aggiunto il presidente Usa.
Biden ha precisato che i sottomarini di cui si doterà l’Australia non avranno «armi nucleari»: saranno «armati convenzionalmente» ma saranno «alimentati da reattori nucleari». Canberra acquisterà anche missili da crociera statunitensi Tomahawk a lungo raggio. Certo è che le capacità difensive australiane saranno maggiori, poiché ampliano il raggio d’azione e consentiranno di rafforzare la cooperazione con gli Stati Uniti e i suoi alleati nell’area. La mossa ha fatto però infuriare la Francia: la fornitura di tecnologie da Washington e Londra a Canberra comporterà infatti la cancellazione da parte australiana di una pre-intesa da 56 miliardi di euro con Parigi nello stesso ambito. Non è un caso che Johnson ieri abbia provato a rassicurare la Francia («non si fa questo tra alleati», l’accusa di Parigi) con la quale «la nostra relazione resta solida come una roccia». Secondo Johnson, Aukus rappresenta un «pilastro strategico» in quello che è il nuovo «centro geopolitico mondiale». Il patto prevede tra l’altro una più profonda condivisione di informazioni, intelligence e tecnologie e a una cooperazione rafforzata su sicurezza e difesa.
Completamente spiazzata è apparsa ieri l’Ue, che proprio ieri ha annunciato la sua strategia per la cooperazione nell’Indo-Pacifico per rafforzare il suo impegno nella regione soprattutto in ambito economico-commerciale. «Io, Alto rappresentante dell’Ue, non ne ero al corrente – ha detto Josep Borrell a proposito del patto Aukus – e suppongo che un accordo di questa natura non sia stato confezionato l’altro ieri: ci vuole un certo tempo. Malgrado ciò, non siamo stati consultati». Secondo il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, Aukus «dimostra ulteriormente la necessità di un approccio comune dell’Ue in una regione di interesse strategico».
Dura la reazione cinese contro la triplice alleanza: è «estremamente irresponsabile» che gli Stati Uniti e il Regno Unito «esportino tecnologia nucleare», mentre «l’Australia è responsabile del crollo delle relazioni bilaterali», ha sottolineato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian. Secondo il quale, la partnership «ha intensificato la corsa agli armamenti e minato l’accordo di non proliferazione nucleare internazionale». Tra una settimana, il 24 settembre, Biden ospiterà intanto un vertice con i leader di Australia, India e Giappone, l’alleanza Quad creata nel 2007 per contrastare l’ascesa della Cina in campo militare. Pechino, da parte sua, ha presentato ufficialmente ieri la domanda di adesione al Cptpp, l’accordo di libero scambio di 11 Paesi dell’area Asia-Pacifico evoluzione del Tpp voluto da Obama per contenere la Cina stessa e dai cui gli Usa si erano poi ritirati. La sfida tra le due potenze è destinata a continuare su più fronti.