Usa. Anche il Maine esclude Trump dalle primarie. Deciderà la Corte Suprema
L'ex presidente Donald Trump, favorito alle primarie repubblicane in vista della corsa alla Casa Bianca del 5 novembre 2024
Dopo il Colorado, anche il Maine ritiene incandidabile alle primarie del 2024 - in vista della corsa di novembre per la Casa Bianca - l'ex presidente Usa Donald Trump per aver sostenuto l'assalto del 6 gennaio 2021 contro il Campidoglio a Washington. Il massimo funzionario elettorale del Maine, la segretaria di stato Shenna Bellows, ha stabilito che la richiesta per la nomina alle primarie dell'ex presidente è «invalida», secondo un documento pubblicato ieri.
In base al 14esimo emendamento della Costituzione americana, Trump «non è qualificato a ricoprire la carica di presidente», si legge nella sentenza. L'emendamento afferma che le persone che si sono «impegnate in un'insurrezione o ribellione» contro la Costituzione sono escluse dalle elezioni. Il team della campagna di Trump ha annunciato ricorso.
La decisione di Bellows per il momento è sospesa, in attesa che si pronunci sul ricorso la Corte Suprema. La decisione è attesa nei prossimi giorni. Entro il 5 gennaio è necessario il consolidamento delle candidature per le primarie, in tempo per stampare le schede elettorali.
Le votazioni interne ai partiti, stato per stato, cominceranno il 15 gennaio nell'Iowa. Le elezioni primarie determineranno chi sarà in lizza per le elezioni presidenziali del 5 novembre. I candidati più gettonati sono l'ex presidente Trump per i Repubblicani e l'attuale presidente Joe Biden per i Democratici.
Il precedente del Colorado, il via libera della California
Già la settimana scorsa la Corte Suprema del Colorado ha stabilito che Trump non è idoneo a candidarsi alle primarie nello stato, previste il 5 marzo, a causa del suo ruolo nell'assalto al Campidoglio.
La California ha invece deciso di considerare valida la sua candidatura. Nello Stato più popoloso degli Usa, la commissione elettorale ha un potere limitato di rimuovere dalle schede i candidati, spiega il New York Times.
Mercoledì scorso il gruppo conservatore American Center for Law and Justice (Aclj) ha dichiarato l'intenzione di contestare la decisione della Corte del Colorado, a nome del Partito Repubblicano del Colorado. Si chiede alla Corte Suprema di Washington di annullare la sentenza. Il risultato appare scontato, anche perché la Corte Suprema è controllata dai Repubblicani. La stessa Corte Suprema del Colorado ha sospeso la sua decisione finché la questione non sarà stata definitivamente chiarita in appello.
Tra l'altro la Corte Suprema, in tempi brevi, potrebbe anche dover stabilire se Trump come ex presidente goda dell'immunità esecutiva, come sostengono i suoi avvocati, e dunque vada archiviato il processo per interferenze elettorali - che dovrebbe iniziare il 4 marzo in piene primarie - intentato contro il tycoon dal procuratore speciale John Smith.
Cosa successe il 6 gennaio 2021
I sostenitori di Trump presero d'assalto Capitol Hill, sede del Congresso (il Parlamento degli Stati Uniti), a Washington il 6 gennaio 2021. Il Congresso era riunito per confermare formalmente la vittoria del democratico Joe Biden alle elezioni presidenziali. In un discorso pronunciato poco prima che i suoi sostenitori entrassero nell'edificio, Trump disse che «tutti qui marceranno verso il Campidoglio per far sentire la vostra voce in modo pacifico e patriottico». Cinque persone morirono a causa dei disordini.
Sulla base di questi eventi, diversi querelanti in diversi stati Usa stanno tentando di far depennare il nome di Trump dalla votazione per le elezioni presidenziali del 2024.
La Cnn: Trump tentò di usare false schede elettorali per fermare Biden
Due giorni prima dell'insurrezione del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill, Trump avrebbe tentato di fare arrivare falsi certificati elettorali dal Michigan e dal Wisconsin a Washington: lo riferisce la Cnn citando e-mail e registrazioni in suo possesso.
Stando alla ricostruzione, l'allora presidente uscente cercò di impedire l'entrata in carica del presidente eletto Biden utilizzando falsi elettori. Tuttavia i certificati falsi rimasero bloccati. Di qui il tentativo di farli arrivare a Washington con altri mezzi, inclusi jet privati, perché l'allora vicepresidente Mike Pence ricevesse i falsi documenti mentre presiedeva alla certificazione del Collegio elettorale.