Le truppe Usa in Afghanistan sono "insufficienti": lo hanno sottolineato i comandanti militari statunitensi incontrando nel fine settimana l'inviato speciale della Casa Bianca nella regione, Richard Holbrooke, che nei due giorni passati ha visitato i quattro centri di comando regionali nel Paese, Kandahar, Herat, Mazar-i-Sharif e Bagram.In particolare sono stati messi in rilievo i problemi esistenti nella parte meridionale del paese, dove i guerriglieri Talebani continuano a bombardare città e villaggi e nella parte orientale del paese, teatro degli attacchi della rete di militanti Haqqani. Il rischio di dover mandare più uomini in Afghanistan - commenta il
New York Times in un articolo - pone l'amministrazione Obama di fronte ad un nuovo problema, su un tema che vede l'appoggio dell'opinione pubblica americana già in calo, e si va a sommare ai quesiti legati alle ultime elezioni ed alla credibilità del governo afgano.I colloqui avuti da Holbrooke nei quattro centri di comando regionali sono stati simili per quanto riguarda il messaggio trasmesso all'inviato statunitense: se le truppe aggiuntive inviate dagli Stati Uniti e da altri paesi Nato hanno portato benefici nella parte meridionale del paese, il numero resta comunque al di sotto di quanto necessario. In totale attualmente vi sono circa 57mila soldati e marine americani in Afghanistan. Non è stato precisato, conclude il quotidiano americano, se i comandanti abbiano o meno comunicato a Holbrooke il numero di soldati che sarebbero necessari.
L'allarme del capo degli Stati maggiori americani. Soltanto ieri, negli Usa, era suonato il camapanello d'allarme del capo degli stati maggiori americani, l'ammiraglio Mike Mullen, che aveva spiegato come il conflitto in Afghanistan "è grave e si sta deteriorando" mentre i talebani si stanno dimostrando "sempre più forti". "L'insurrezione dei talebani è diventata più forte, più sofisticata nelle sue tattiche", ha detto Mullen intervistato alla
Cnn mentre il
New York Times ha raccolto le lagnanze dei Marines impegnati nel sud del paese in una regione dove gli insorti integralisti da sei anni fanno il bello e il cattivo tempo: le truppe Usa da sole non ce la fanno a mantenere la sicurezza e rassicurare la popolazione.
Il malcontento dell'opinione pubblica. In luglio in Afgahanistan sono morti 44 soldati americani e i sondaggi mostrano un'opinione pubblica interna sempre più scettica sull'andamento della guerra. "L'Afganistan per Obama rischia di diventare quello che il Vietnam è stato per Lyndon Johnson", ha avvertito oggi sul
New York Times l'opinionista Peter Baker. I timori del pubblico e degli editorialisti sono condivisi al Pentagono. Parlando con la Nbc Mullen, un ex veterano del Vietnam, ha detto oggi che la sicurezza nel paese "è molto brutta e sta peggiorando". Con il nuovo piano strategico del generale Stanley McChrystal atteso nelle prossime settimane, il capo degli stati maggiori ha detto che non si parla per ora di un aumento di truppe, almeno non immediatamente. Stessa linea alla Cnn: "Non siamo arrivati al punto in cui McChrystal ha deciso se chiedere rinforzi".La scorsa settimana il
Washington Post ha preso il polso al paese e scoperto che 50 per cento degli americani non sono convinti che valga la pena di restare in Afghanistan: "I numeri ci preoccupano, ma questa è la guerra in cui siamo dentro", ha detto Mullen. Tre anni fa gli Stati Uniti avevano ventimila soldati in Afghanistan, oggi tre volte tanto. In una intervista alla Abc il repubblicano John McCain ha chiesto che il Pentagono adotti contro i talebani la stessa strategia usata dal generale Petraeus in Iraq: "Le truppe dovrebbero creare un ambiente per la popolazione in cui ci si senta sicuri di operare", ha detto McCain, ma per questo servono più uomini: il senatore si è detto preoccupato che, sull'onda negativa della pubblica opinione, McChrystal possa finire per chiedere meno truppe di quante siano effettivamente necessarie.