Mondo

Il Rapporto. Unhcr: 60 milioni di rifugiati nel mondo

giovedì 18 giugno 2015
A fine 2014 il numero di migranti forzati in Europa ha raggiunto quota 6,7 milioni, rispetto ai 4,4 milioni alla fine del 2013, in aumento del +51%, secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) nel suo ultimo rapporto annuale 'Global Trends 2014'. I paesi europei che hanno ricevuto il maggior numero di domande di asilo sono stati la Germania e la Svezia. Il conflitto in Ucraina, il numero record di 219.000 attraversamenti del Mediterraneo e la consistente presenza di rifugiati siriani in Turchia - che ha portato la Turchia a diventare nel 2014 il principale paese di accoglienza di rifugiati al mondo, con 1,59 milioni di rifugiati siriani presenti alla fine dell'anno.Quasi 60 milioni di rifugiati nel mondo. Sono 59,5 milioni i migranti forzati costretti a fuggire dalle loro case alla fine del 2014 rispetto ai 51,2 milioni di un anno prima e ai 37,5 milioni di dieci anni fa. L'incremento rispetto al 2013 è stato il più alto mai registrato in un solo anno. È quanto emerge dal Rapporto annuale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), Global Trends, pubblicato oggi. Nel 2014, ogni giorno 42.500 persone in media sono diventate rifugiate, richiedenti asilo o sfollati interni, dato che corrisponde a un aumento di quattro volte in soli quattro anni. In tutto il mondo, una persona ogni 122 è attualmente un rifugiato, uno sfollato interno o un richiedente asilo. Se i 59,5 migranti forzati nel mondo componessero una nazione, sarebbe la ventiquattresima al mondo per numero di abitanti. "Siamo di fronte ad un cambio di paradigma, a un incontrollato piano inclinato in un'epoca in cui la scala delle migrazioni forzate, così come le necessarie risposte, fanno chiaramente sembrare insignificante qualsiasi cosa vista prima", ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres. "È terrificante che da un lato coloro che fanno scoppiare i conflitti risultano sempre più impuniti, e dall'altro sembra esserci apparentemente una totale incapacità da parte della comunità internazionale a lavorare insieme per fermare le guerre e costruire e mantenere la pace."