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L’arcivescovo italiano di Concepcio Ezzati. «È una catastrofe tremenda La Chiesa è in prima linea»

Paolo Lambruschi martedì 2 marzo 2010
Corsa contro il tempo per salvare migliaia di vite umane. Terminato da pochi giorni l’intervento nella devastazione di Haiti, sono atterrati ieri a Santiago i team di emergenza, ricerca e salvataggio della Caritas internationalis. Nelle prossime ore dovranno supportare il lavoro di soccorso della protezione civile e dei volontari per trovare le persone disperse sotto le rovine. È la prima risposta della Caritas alla sollecitazione di Benedetto XVI rivolta domenica all’Angelus alle organizzazioni ecclesiali. E alle drammatiche richieste di aiuti concreti pervenuti dalla Caritas cilena. La situazione viene definita al momento «complessa e problematica». A Concepcion, seconda città del Paese, dove le rovine ostruiscono le strade, è stato imposto il coprifuoco per scoraggiare saccheggi nei supermercati e alle pompe di benzina. L’arcivescovo della città Ricardo Ezzati, italiano di origine vicentina, ha parlato di «secondo terremoto», riferendosi alle azioni di sciacallaggio, e ha ricordato l’impegno dell’arcidiocesi negli ultimi anni nel settore educativo e formativo «che ha consentito di avere comunità coese e solidali che sapranno affrontare anche questa sfida». «È stata una catastrofe – ha detto il presidente della Conferenza episcopale Alejandro Goic – ma, fedele alla sua missione, la Chiesa offre il suo appoggio spirituale e la sua azione solidale in questa ora di tragedia». Goic ha rivolto un incoraggiamento al Paese, esortando i costruttori edili ad assumersi le loro responsabilità a fronte del crollo di numerosi edifici di recente costruzione. Caritas Cile, conferma il direttore Figueroa «sta coordinandosi con le organizzazioni governative e la società civile per stabilire una rete nazionale di aiuto nonostante le enormi difficoltà di comunicazione, soprattutto con le parrocchie della costa rimaste isolate». I centri Caritas nelle cinque arcidiocesi e nelle 18 diocesi del Paese sono stati mobilitati con il sostegno delle parrocchie. Non si raccolgono vestiti e medicinali, ma alimenti non deperibili come riso, pasta, latte in polvere. I primi aiuti si stanno distribuendo nelle zone di Maule e Bío Bío, le due regioni costiere più colpite. «Al momento – conclude Figueroa – la priorità è mandare il cibo alle comunità più colpite dal sisma». L’impegno della Caritas internationalis sarà di lungo termine. Il presidente, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, ha dichiarato ieri che la rete ecclesiale resterà nel Paese andino accanto alla popolazione sia nella fase di emergenza che in quella di ricostruzione. La Caritas italiana è pronta a intervenire. Ieri ha lanciato e rinnovato un appello per poter contribuire quanto prima alla realizzazione di un piano d’intervento. Risposte pronte anche dalle maggiori diocesi. La Caritas di Roma ha inviato 50mila euro per l’emergenza esprimendo così, a nome della Diocesi e sotto la guida del Cardinale Vicario Agostino Vallini, vicinanza nella preghiera e solidarietà. Anche la Caritas Ambrosiana, che aveva avviato in Cile piccoli progetti, ha ribadito che farà la sua parte.