L’esecuzione. Un uomo sarà soffocato con l’azoto. Sant’Egidio: l’Alabama fermi il boia
La giustizia ha deciso che verrà ucciso con un metodo rifiutato anche dai veterinari, perché considerato troppo crudele per abbattere gli animali. Tranne che per i maiali, che però vengono prima sedati. È l’ipossia da azoto, metodo mai usato per le condanne a morte, che sarà sperimentato per la prima volta nello stato dell’Alabama negli Usa su Kenneth Eugene Smith, 58 anni, condannato per omicidio, 35 anni nel braccio della morte e, un anno e mezzo fa, quattro ore con il boia che non è riuscito a trovargli la vena per l’iniezione finale. Giovedì 25, dopo essere immobilizzato, Kenneth verrà costretto a indossare una maschera, come quelle per aiutare la respirazione dei malati. Stavolta la bombola gli inalerà azoto puro, gas presente nell’aria, che però in mancanza assoluta di ossigeno dovrebbe provocare la perdita dei sensi e poi la morte nel giro di un quarto d’ora. Dovrebbe, perché nessuno l’ha mai provato su un essere umano.
Una pena disumana, inflitta con metodi crudeli, che spinge la Comunità di Santì’Egidio - da decenni impegnata contro la pena di morte in tutto il mondo - a mobilitarsi fino all’ultimo per chiedere alla Governatrice dello stato di recedere dalla barbara decisione. Mario Marazziti, cofondatore della World Coalition Against the Death Penalty, spiega i due principali motivi in una conferenza a Roma, in contemporanea con diverse città tra cui Parigi, Berlino, Barcellona e Budapest: «Il primo è salvare la vita a Kenneth Smith. Il secondo evitare all’Alabama una vergogna indicibile: sembra avere l’ambizione terribile di stabilire uno standard al ribasso in una realtà già terribile qual è la pena di morte».
Mario Marazziti - Comunità di Sant'Egidio
Sant’Egidio ha già inviato alla Governatrice un appello internazionale firmato da leader religiosi. Per la Comunità di Sant’Egidio «è la guerra di uno Stato contro un singolo individuo. Non è solo un’esecuzione: qui si gioca una battaglia della cultura della vita contro la cultura della morte. Un accanimento omicida - dice Marazziti - che è il contrario dell’accanimento terapeutico». Entrata in crisi l’iniezione letale - condannati che resistono a lungo, dubbi su sofferenze orribili non manifestate per la paralisi indotta, difficoltà nel reperire il pentobarbital boicottato dalle industrie farmaceutiche - si sperimenta l’ennesimo metodo “indolore e umano”: «Lo si disse anche della ghigliottina».
Kenneth Smith aveva 24 anni quando un predicatore gli commissionò per mille dollari l’omicidio della moglie per riscuoterne la polizza vita. In molti paesi trent’anni di carcere sono sufficienti come condanna per un assassino. «Lui ne ha passati 35. E ora sarà riportato a forza nella stanza dove per quattro ore l’hanno bucato cercando di ucciderlo. Nell’antica Roma chi si salvava dai leoni era libero. Nel Medioevo chi sopravviveva a un’esecuzione era salvo. In Alabama, nel 2024, invece no: Kenneth non ha già pagato abbastanza?».
Sant’Egidio ricorda che il mondo civile «con fatica ha messo al bando la schiavitù e la tortura. Ora la tortura viene reintrodotta come pratica “normale”». L’Alabama è uno stato simbolicamente importante: «Da lì è partita la battaglia per i diritti civili dei neri. Prima col boicottaggio degli autobus lanciato da Rosa Parks nel 1955 contro la separazione razziale dei posti. Poi con le tre marce nel 1965 di Martin Luther King da Selma a Montgomery. È uno stato che si è liberato dell’immagine di “terra dei linciaggi” del Ku Klux Klan». L’esecuzione di Kenneth potrebbe sdoganare un nuovo disumano metodo di esecuzione: «Oklahoma e Mississipi hanno già introdotto l’ipossia da azoto, ma non ancora applicato».
Mario Marazziti propone un boicottaggio per protestare con il governo dell’Alabama: «Lo stato meridionale degli Usa è noto per le spiagge e i campi da golf. I turisti potrebbero andare altrove, le imprese spostare gli investimenti: esistono tanti posti negli Usa per fare le stesse cose».