Stati Uniti. Aborto, i vescovi Usa: «Un momento storico. Ora ogni donna abbia sostegno»
«Questo è un giorno storico nella vita del nostro Paese, che suscita pensieri, emozioni e preghiere». Così in una dichiarazione congiunta il presidente della Conferenza episcopale (Usccb), l’arcivescovo José H.Gomez di Los Angeles e il presidente del Comitato per le attività a favore della vita della Conferenza, l’arcivescovo William E. Lori di Baltimora riguardo alla decisione della Corte Suprema Usa.
«Per quasi cinquant’anni – scrivono i vescovi Usa – l’America ha applicato una legge ingiusta che ha permesso ad alcuni di decidere se altri possono vivere o morire; generazioni a cui è stato negato il diritto di nascere». La decisione, sottolineano ancora, «è anche il frutto delle preghiere, dei sacrifici e dell’advocacy di innumerevoli americani comuni di ogni ceto sociale. In questi lunghi anni, milioni di nostri concittadini hanno lavorato insieme pacificamente per educare e persuadere i loro vicini sull’ingiustizia dell’aborto, per offrire assistenza e consulenza alle donne e per lavorare per alternative all’aborto, compresa l’adozione, l’affidamento e l’assistenza pubblica politiche a sostegno delle famiglie. Condividiamo la loro gioia oggi e gli siamo grati. Il loro lavoro per la causa della vita riflette tutto ciò che c’è di buono nella nostra democrazia e il movimento pro-vita merita di essere annoverato tra i grandi movimenti per il cambiamento sociale dei diritti civili nella storia della nostra nazione».
Secondo i vescovi Usa è ora «il momento di iniziare i lavori di costruzione di un’America post-Roe. È un tempo per curare le ferite e riparare le divisioni sociali; è un momento di riflessione ragionata e di dialogo civile, e di incontro per costruire una società e un’economia che sostengano i matrimoni e le famiglie, e dove ogni donna abbia il sostegno e le risorse di cui ha bisogno per portare suo figlio in questo mondo innamorato».
Tra le dichiarazioni dei vescovi americani sulla decisione della Corte Suprema di abolire la sentenza del 1973 che legalizzava l'aborto in tutto il Paese, sono giunte nella serata di ieri anche quelle dei cardinali Sean ÒMalley, arcivescovo di Boston, e Blase Cupich, arcivescovo di Chicago.
ÒMalley - riferisce Vatican News - ha parlato di una decisione "profondamente significativa e incoraggiante". "Il nostro continuo impegno nel sostenere la nostra posizione sulla protezione dei bambini non nati è coerente con la nostra difesa di questioni che riguardano la dignità di tutte le persone in tutte le fasi e in tutte le circostanze della vita", ha chiarito il cardinale. "La Chiesa impiega questo principio di coerenza nell'affrontare le questioni razziali, la povertà e i diritti umani in generale. È una posizione che presenta un argomento morale come fondamento per la legge e la politica di protezione della vita umana".
Cupich, accogliendo "con favore" la sentenza della Corte Suprema, ha ribadito in uno statement la convinzione della Chiesa cattolica "che ogni vita umana sia sacra, che ogni persona sia fatta a immagine e somiglianza di Dio e che quindi meriti riverenza e protezione". "Questa convinzione è il motivo per cui la Chiesa cattolica è il più grande fornitore di servizi sociali del Paese, molti dei quali mirano a eliminare la povertà sistemica e l'insicurezza sanitaria che intrappolano le famiglie in un ciclo di disperazione e limitano le scelte autentiche".
"Questa sentenza - ha aggiunto il porporato - non è la fine di un percorso, ma piuttosto un nuovo inizio. Sottolinea la necessità di comprendere coloro che non sono d'accordo con noi e di inculcare un'etica del dialogo e della cooperazione. Cominciamo con l'esaminare la nostra coscienza nazionale, facendo il punto su quei luoghi oscuri nella nostra società e nei nostri cuori che si rivolgono alla violenza e negano l'umanità dei nostri fratelli e sorelle, e mettiamoci al lavoro per costruire il bene comune scegliendo la vita".