Dieci miliardi di dollari all’anno. A tanto ammonta il flusso di denaro che la comunità internazionale stanzia per la lotta contro l’Aids: lo dice l’ultimo budget- plan dell’UnAids, l’agenzia dell’Onu deputata a contrastare la diffusione del virus Hiv. Con una notevole impennata negli ultimi anni: nel 2001 erano 2 miliardi i dollari destinati dal settore pubblico e privato a livello globale per l’epidemia di Aids. Dal 2005 (quando ci si era attestati sui 4 miliardi di dollari) si è registrato un grande incremento che ha portato ai 10 miliardi del 2008. A fare la parte del leone è il Global Fund per l’Hiv/Aids, la tubercolosi e la malaria, un soggetto misto pubblico-privato con sede in Svizzera che fino al 2008 aveva legami strutturali con l’Organizzazione mondiale della sanità, mentre da gennaio è un’entità autonoma. Il Global Fund provvede al 25% dei fondi destinati alla lotta per l’Aids con 550 programmi in 136 Paesi. Finora ha garantito i trattamenti antiretrovirali a 2 milioni di persone sieropositive, 62 milioni di operazioni di counseling sull’Hiv e test sulla sieropositività, e assistito 3,2 milioni di orfani con servizi sanitari ed educativi. Dal 2002 il Global Fund ha ricevuto 11,4 miliardi di dollari di stanziamenti economici. Tra i soggetti più coinvolti nell’azione internazionale sull’Aids vi è l’UnAids. Per il biennio 2008-2009 il suo budget può contare su 468 milioni di dollari, il 7% in più rispetto al biennio precedente. Ma spulciando tra le pieghe del bilancio di UnAids si scopre che i suoi stanziamenti sono più 'ad intra' che 'ad extra', più indirizzati a mantenere la struttura che non a offrire aiuti concreti a quanti sono colpiti dal virus o a prevenire nuovi casi di Aids. Alla voce 'leadership e mobilitazione delle risorse' è destinata quasi la metà dei fondi, 205 milioni di dollari. Alla 'pianificazione, finanziamento, assistenza tecnica e coordinamento' altri 106 milioni. Alle voci 'diritti delle persone e discriminazione' rimangono 27 milioni e alla voce ' popolazioni più a rischio' appena 16 milioni. Va leggermente meglio per 'donne, giovani, bambini e popolazioni in situazione di crisi umanitaria', cui vengono elargiti 32 milioni di dollari. Quale sia la politica sull’Aids dell’UnAids lo si può intuire da un semplice dato empirico: nel suo ultimo rapporto 2008, in 362 pagine si cita 149 la parola 'preservativi', mentre 'astinenza' ha solo 6 citazioni, e sempre in termini dispregiativi. Il termine 'fedeltà' viene riportato una sola volta. La distanza tra i diversi approcci verso l’Aids, in particolare in Africa, risalta molto bene anche in chiave di investimenti economici, come ha spiegato da Sam. L. Ruteikara, co-presidente del Comitato nazionale di prevenzione dell’Aids in Uganda, in un articolo pubblicato a giugno 2008 sul Washington Post: «Per ogni africano che riesce ad accedere ai trattamenti sanitari per l’Aids, altri 6 si infettano. Il costo per curare un solo paziente di Aids con medicinali antiretrovirali è di oltre 1000 euro all’anno. La nostra campagna vincente di ABC (astinenza, fedeltà e condom, in quest’ordine di importanza, ndr) costa solo 20 centesimi di dollaro all’anno per ogni ugandese».