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Analisi. Dalla Russia un fiume di rubli per manipolare la politica in Europa

Nello Scavo mercoledì 23 ottobre 2024

Una veduta di Mosca, con la Piazza Rossa, San Basilio e il Cremlino

Li chiamano «centri studi», oppure «associazioni per l’amicizia tra i popoli», alcune volte si presentano perfino come innocui gemellaggi gastronomici. Per tutti vale l’immarcescibile dogma investigativo: «Follow the money». Ed è seguendo a ritroso il denaro che tutte le strade portano al Cremlino. Dalla Moldavia, dalla Bulgaria, dall’Italia, dalla Germania o dalla Spagna, per citarne solo alcuni. La galassia di organizzazioni, movimenti, aziende, partiti, case editrici, infiltrate da Mosca dimostra quanto i piani di Putin per manipolare la politica in Europa e nei Paesi ex satelliti dell’Unione Sovietica, sia stato studiato per tempo, ben prima della guerra in Ucraina.

Quello di Chisinau è il caso più recente. Con milioni di rubli (convertiti per tempo in dollari) che viaggiano sulla rotta aerea Mosca-Istanbul-Chisinau e Mosca-Yerevan-Chisinau. È così che secondo l’intelligence moldava sono stati adoperati anche finti pellegrinaggi religiosi verso Mosca per trasportare denaro contante e importarlo in Moldavia. Lo scopo è quello di acquistare voti per ostacolare il referendum – con il “si” passato per neanche 10mila preferenze – indetto per chiedere agli elettori di esprimersi in favore o contro l’adesione all’Ue.

Ma in ballo c’è ancora il secondo turno per l’elezione del capo dello stato, il cui ballottaggio è previsto per il 3 novembre e vede l’uscente europeista Maia Sandu incalzata dal candidato “non ostile” a Mosca, Alexandr Stoianoglo. Michael Gahler, capo della delegazione del Parlamento europeo che ha preso parte alla missione Osce di osservazione delle elezioni in Moldavia ha chiesto «a tutte le parti interessate di resistere a qualsiasi interferenza, al fine di non permettere che si distorcano i risultati del secondo turno delle elezioni presidenziali e delle elezioni parlamentari del 2025».

Secondo Petra Bayr, capo della delegazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, anch’egli nella missione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), il voto di domenica è stato «un momento cruciale per la Moldavia, nonostante l’aggressione su vasta scala della Russia contro l’Ucraina e l’intensa interferenza sostenuta dal Cremlino nei processi elettorali». Fino ad ora gli investigatori di Chisinau hanno ricostruito la traiettoria di oltre un milione di euro giunto nel Paese in mazzette di circa 9 mila euro per viaggiatore, giusto al di sotto della soglia prevista per la dichiarazione obbligatoria di importazione valutaria.

Ma non è che la punta dell’iceberg. Molti di questi viaggiatori, e tra essi anche numerosi preti ortodossi fedeli al patriarca russo Kirill, avevano in tasca carte bancarie rilasciate da istituti di credito russi attraverso i loro uffici di corrispondenza nell’autoproclamata Repubblica secessionista di Transnistria, a solo 20 minuti d’auto dalla capitale moldava. Secondo il capo della polizia Viorel Cernauteanu, all’inizio di ottobre circa 130mila elettori (il 10% degli aventi diritto) avevano ricevuto pagamenti attraverso questo schema. «Solo a settembre sono stati trasferiti 15 milioni di dollari», ha dichiarato alla Bbc il procuratore capo anticorruzione della Moldavia, Veronica Dragalin. Quando arriverà il momento delle inchieste giudiziarie transnazionali, probabilmente passeranno alla storia come “Putin gate”.

Appena ieri il “Center for Defense Reforms”, un centro studi con analisti in tutto il mondo, ha pubblicato un nuovo rapporto sulle infiltrazioni russe. Ci sono nomi, documenti, ricostruzioni di incontri e scambi di favori. E dimostrano come «funzionari di alto rango della Nato hanno legami con famigerate agenzie russe come il Gru e l’Fsb, entrambe accusate di spionaggio, guerra informatica e interferenza elettorale». Nelle oltre cento pagine del dossier viene spiegato che «media statali russi come Russia Today sembrano al centro di questi sforzi, incanalando la propaganda pro-Mosca attraverso oscure organizzazioni culturali e politiche. Tra queste ci sono gruppi di estrema destra in Francia, think tank geopolitici italiani e associazioni militari in Bulgaria, tutti impegnati a promuovere gli obiettivi della Russia sul suolo europeo».