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BELFAST. Ulster, milizie protestanti depongono le armi

sabato 27 giugno 2009
Un altro, storico passo in avanti nel difficile processo di pace nell'Ulster, sempre minacciato dai colpi di coda delle frange oltranziste: oggi le milizie  protestanti dell'Ulster Volunteer Force e del Red Hand Commando hanno dato il loro "addio alle armi", annunciando di aver  completato il processo di disarmo, e distrutto le proprie armi  di fronte a testimoni indipendenti ed internazionali. «La leadership dell'Ulster Volunteer Force (Uvf) e del Red  Hand Commando (Rhc) confermano oggi di aver completato la  distruzione dei propri arsenali», si afferma in un comunicato letto ai giornalisti da un portavoce dei due gruppi, per il  quale le armi sono ora «totalmente e irreversibilmente inutilizzabili». Inoltre, sempre oggi, l'Ulster Defence  Association (Uda), che insieme agli alleati dell'Ulster Freedom Fighters ha combattuto contro l'Ira sin dai primi anni '70, ha annunciato di aver iniziato anch'essa un processo di disarmo.«La lotta è finita», si legge in un comunicato dell'Uda: «La pace e la democrazia sono state assicurate, e non è più  necessaria la resistenza armata. Conseguentemente, abbiamo iniziato a dismettere il nostro arsenale».Anche se l'Ira, l'Esercito repubblicano irlandese, favorevole all'indipendenza da Londra, è il più noto dei gruppi estremisti dell'Irlanda del Nord, le milizie lealiste protestanti non furono meno micidiali: l'Uda e l'Uvf hanno ucciso insieme quasi 1.000 persone durante i "troubles" (le violenze che hanno insanguinato l'Ulster tra la fine degli anni '60 e gli accordi del Venerdì santo del 1998). Ma se l'Ira ha distrutto il suo arsenale quattro anni fa, di fronte a due sacerdoti, le milizie lealiste continuavano a disporre di armi, ed apparire riluttanti a disarmarsi.   Il ministro per l'Irlanda del Nord Shaun Woodward, che aveva fissato per il prossimo agosto il limite temporale per completare il disarmo delle milizie, ha parlato di «giornata storica per l'Ulster. Ho sempre avuto fede nella pace e nel processo politico, del quale le leggi sul disarmo sono una parte cruciale».