Nuova legge. Uganda, pena di morte per «omosessualità aggravata»
Il presidente dell'Uganda Yoweri Museveni
Il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni, ha firmato una legge contro la comunità Lgbtq+ tra le più draconiane al mondo. Il provvedimento introduce il reato di “omosessualità aggravata” punibile con la pena di morte e contempla il carcere fino a 20 anni per chi promuove diritti per lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer.
A Kampala, le relazioni tra persone dello stesso sesso sono illegali sin da quando il Paese era un protettorato britannico. Nel corso del tempo la stretta è stata però inasprita. I matrimoni tra persone dello stesso sesso sono stati banditi nel 2005 per via costituzionale. La nuova norma porta il tocco dello stesso Museveni. Il testo originario è stato varato dal Parlamento il 21 marzo scorso quasi all’unanimità. Ma il presidente-dittatore, allora, non lo ha validato. E’ tornato quindi in Aula per essere infine licenziato il 2 maggio con piccole correzioni tese a chiarire che l’omosessualità, in Uganda, non è un reato: illegale è praticarla. Precisazione che rende il provvedimento più resistente agli attacchi di quanti, in tribunale, potrebbero contestane la conformità alla Costituzione e ai diritti umani. È già successo nel 2014.
Il regolamento appena promulgato prevede la pena capitale per chi infrange la legge in modo “seriale” e per chi intrattiene relazioni omosessuali con minori di 18 anni. Esecuzione o ergastolo anche per chi trasmette per via sessuale malattie come l’Aids. Anita Annet Among, la speaker del Parlamento ugandese, ha commentato su Twitter la legge con tono trionfalistico: “Abbiamo risposto alle grida del nostro popolo. Abbiamo legiferato per proteggere la santità della [famiglia]”.
Contro la stretta si è invece espressa la comunità internazionale. Una nota delle Nazioni Unite ha bollato la legge come “una ricetta per violazioni sistematiche dei diritti delle persone Lgbt”, una mossa che richiede un’”urgente verifica giudiziaria perché in conflitto con i trattati internazionali”. La dichiarazione congiunta di Fondo globale per la lotta all’Aids, UNAids e Piano di emergenza contro l’Aids del presidente degli Stati Uniti (Pepfar) ha segnalato che il pugno duro di Museveni contro gli omosessuali mette in “grave pericolo” i progressi effettuati sino ad oggi nella lotta all’Hiv, perché “accentua lo stigma e la discriminazione che scoraggiano l’accesso ai servizi sanitari”. Il dittatore scontenta anche le multinazionali e i Paesi che investono in Uganda ma che, in segno di protesta, potrebbero dirottare altrove aiuti e progetti di sviluppo.Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha parlato di "una tragica violazione dei diritti umani universali", chiedendo la cancellazione della legge e minacciando sanzioni e il blocco di vari programma di assistenza e investimenti.
L’omosessualità è illegale in altri 30 Paesi africani. I legislatori di Kenya e Tanzania hanno recentemente annunciato misure simili a quelle ugandesi.