"Il ritmo delle
ricollocazione deve accelerare" o la Commissione farà scattare
procedure di infrazione. Lo dice la portavoce, Mina Andreeva, a
chi nota che finora si è fatto solo l'1% delle 160mila
relocation promesse. Osservando che "ci sono progressi",
Andreeva sottolinea che la decisione "è legalmente vincolante" e
"deve essere messa in atto da chi l'ha presa". Per questo
"abbiamo mandato lettere di avvertimento" ai governi e "se
necessario, non ci vergogneremo di esercitare i nostri poteri
come guardiani dei trattati".
In tutto ci sono state 1816 persone ricollocate
da Italia e Grecia ha specificato Andreeva, ricordando che "proprio ieri 45
persone sono state ricollocate dalla Grecia alla Spagna".
"Quello che vediamo in termini di progresso è che per la
prima volta, da una settimana, vediamo ricollocazioni su base
quotidiana. È un segno incoraggiante, ma naturalmente i
progressi devono aumentare" ha aggiunto. Secondo lo schema approvato l'anno scorso e di durata biennale, a ogni paese Ue, con l'eccezione di Regno Unito e Danimarca (che hanno diritto all'opt out su questa materia) è stata assegnata una quota di rifugiati provenienti da Italia e Grecia e aventi diritto all'asilo in Europa. La maggior parte dei paesi ha già messo a disposizione qualche posto, ma molti meno di quanti previsti (in tutto, 7820 su 160 mila). Per ora, il paese più accogliente è stato la Francia, che ha giàaccolto 499 rifugiati da Grecia e Italia, seguita dal Portogallo, 335, e dalla Finlandia, 297.